X Factor, quella sottile differenza tra il vero talento e "C'è posta per te"

La seconda audizione mostra tutto il meglio e tutto il peggio dello show: musica buona e originale come quella di Frada e Kyv, V3N3R3 o NAIP; l'estenuante ricerca di lacrimoni e storie di riscatto (fake)

La seconda puntata di X Factor è parca di spettacolo come la precedente, ma d'altronde il mantra di questa edizione è ripartire dalla musica: niente pubblico, poco show (e lo fa tutto Mika, che balla sul cubo come quando era giovanotto), mentre Hell Raton sembra quello più a fuoco tra i giudici, Manuel Agnelli piuttosto conservatore e pompiere di allegrie (è il suo ruolo, dopotutto) ed Emma, che è ancora il personaggio misterioso di XF2020: non sembra troppo a suo agio col ruolo, a volte punta a strafare dove ce ne sarebbe meno bisogno, altre segue il giudizio altrui, con un fare un filino passivo aggressivo che potrebbe stancare.

Partiamo con la gara: una giovane rock band col cantante biondo, di cui non mi sono segnato il nome, mi terrorizza col fantasma dei Maneskin, un'altra rock band chiamata Gravity Sixty fa un pezzo rock. Tutti ragazzini, hanno già partecipato a Ti lascio una canzone con la Clerici e per quanto mi riguarda, il talent (come il Grande Fratello e tutte le robe in cui fai parte di uno show televisivo su cui hai pochissimo controllo): se proprio devi, lo fai una volta sola. Entra Lykan, cantautore deprimente con Gennaio: scherza, fa ridere i giudici che lo fanno passare nonostante non ce ne fosse questo grande bisogno. Vergo alza il ritmo con Bomba, un inedito tra il nu soul e il reggaeton.

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Frada e Kyv sono due ragazzi che suonano e armonizzano molto bene, fanno un mash up di due inediti e sono i primi talenti veri in gara questa sera. Poi arriva V3N3R3, che tra battute abbastanza rabbrividenti e un pezzo post trap chiamato Food n drink, stupisce (in posirivo o negativo, decidete voi). Per il momento viene da lodare lo show, che propone robe anche interessanti, quando ahinoi arriva lo spin off di C'è posta per te: il ritorno di Martini Attili e della sua Cherofobia, sotto le mentite spoglie di Bea Lambe che canta Super potere. Lei è dislessica e la prendevano in giro, i giudici si commuovono, per me grandissimo no. Quattro sì, ovvio.

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Talento vero quello dei Melancholia, un trio che sembra venuto da un altro pianeta, che propone l'inedito Leon e, sotto richiesta di Manuel, la cover di Look at me di XXXTENTACION, eseguita in maniera piuttosto affascinante e insieme disturbante, in grado di scuoterci dal torpore del divano. La cantante sembra avere una backstory interessante che muoio dalla voglia di non sapere. Lasciamo davvero parlare la musica, senza scomodare il momento D'Urso, di cui non sentiamo l'urgenza, grazie. E invece.

E invece arriva Dylan, ragazzo tolto ai genitori e affidato a una casa famiglia. I giudici già si commuovono quando lo spiega, poi fa diligentemente una canzone di Lorenzo Fragola e quattro sì con un po' di lacrime a contorno. Sarà il temporale forte che si abbatte qui da noi, ma dopo il secondo o terzo coi problemi si diventa cinici perché, mano sul fuoco: è un periodaccio, i problemi chi più chi meno ce li hanno tutti e se qualcuno guarda X Factor è proprio per non pensarci per qualche minuto. Autori, vi supplico: fate davvero parlare la musica.

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Richiesta esaudita quando arriva la giovanissima Daria Huber e mi fa cadere la mandibola mentre dice: canto John My Beloved di Sufjan Stevens. Neanche Mysteries of Love, il pezzo mainstream, neanche i singoli tratti da Carrie & Lowell, no: una canzone messa verso la fine di uno degli album più belli dello scorso decennio, che canta col chitarrino e una grazia davvero invidiabile. Talento col bollino blu e con tutta la mia approvazione.

Il commento di Emma "Sembra un suo inedito, ti dimentichi dell'originale" suona un po' come quello che dice "A casa la sapevo" alle interrogazioni, ma qui ci metto del mio perché vorrei che tutte queste esperienze rock, indipendenti, elettroniche che conosce Emma, avessero un impatto più forte nei pezzi che ella stesa propone, e invece continua col pop piuttosto innocuo.

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In mezzo, un po' di gente che passa, canta e se ne va, tra cui la tipa tutta estrema che fa trap e canta Big Babol, qualche giovane con o senza chitarrino che canta mediamente bene, qualche band non indimenticabile, e poi arriva NAIP, Nessun Artista In Particolare, e lì non ce n'è per nessuno. Michelangelo usa le sue doti di performer allucinato, un mix tra Pop X e il primo Iosonouncane (sotto acido) per cantare l'inedito Attenti al loop, in cui usa il pitch per rendere la voce bambinesca. Parla della difficoltà di ascoltare tutta 'sta musica nuova, perché ogni giorno ne esce altra, di gente seguita da altra gente, e tutti parlano d'amore. Mi toglie le parole di bocca, io gli dedico un altare nel mio studio e il mio cuore. Fine della puntata, che senza i momenti da tv del dolore, sarebbe stata pure molto interessante.  

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L'articolo X Factor, quella sottile differenza tra il vero talento e "C'è posta per te" di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-09-25 10:03:00

Tag: x factor

COMMENTI (1)

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  • amaravita 5 anni fa Rispondi

    bell'articolo. concordo