LA STRADA DELLA FELICITA'

LA STRADA DELLA FELICITA'

Cesare Isernia Cè

2019 - Folk

Descrizione

LA STRADA DELLA FELICITA’ Provare a determinare e definire un concetto vasto come quello di felicità non è affatto semplice e significa probabilmente circoscrivere, limitare un orizzonte e, in qualche modo, anche la sua portata. Intanto possiamo dire che la felicità esiste, tutti l’abbiamo sperimentata in qualche modo e possiamo affermare, generalizzando, che la felicità è uno stato di espansione di se: quando stai bene, proprio bene.
1. A volte la felicità è una dimensione che ci coglie di sorpresa, ci succedono delle cose che ci fanno fare un salto, che ci espandono momentaneamente, una sensazione che, normalmente, dura pochi attimi. E’ un modo molto diffuso di considerare la felicità: “la felicità esiste ma dura pochi attimi”.
2. Poi c’è un’altra modalità, quella della futurizzazione, le persone che spostano nel tempo la felicità: “sarò felice quando riuscirò a realizzare cose o avere cose….”.

Nella prima dimensione c’è precarietà, dura poco; nella seconda dimensione c’è un’aspettativa, che però viene costantemente delusa.

3. Però c’è un altro modo ancora di considerare la felicità è quello secondo cui la felicità è una condizione permanente. Una felicità sempre presente. Ecco, questa è quella che ci riguarda. Non è per tutti, è per chi si impegna, per chi se lo merita perché non è una dimensione superficiale ma profonda che riguarda la propria vocazione, ciò per cui sei nato. La vocazione come virtù: arte di vivere e vivere secondo la propria misura. Sei costantemente felice se stai costruendoti la strada storica che corrisponde alla tua natura virtuosa.

Questa premessa un po’ lunga è fondamentale perché permette di comprendere la logica che guida l’album e che risulta rappresentata in copertina. Si parte dalla ricerca della felicità del primo brano: 1. Punti di domanda. Se realizzo la persona che non sono avvertirò sempre una sorta di malessere, di vuoto, di non compiuto. E’ importante che non ci si abitui a quella sorta di mancanza, di vuoto. E’ importante che suoni sempre un campanello d’allarme quando qualcosa della propria vita non gira. L’importanza di porsi domande.

La strada della felicità è caratterizzata da ostacoli: ostacoli esterni ed interni: tra gli ostacoli esterni anzitutto l’ambiente esterno e le info che ci rimette: le mode, i costumi che influenzano le scelte oppure le notizie brutte che ci arrivano e ci condizionano ma non sono sotto la nostra sfera d’influenza e noi non ne abbiamo colpa, non ne siamo causa. Tutte queste cose le troviamo nel secondo brano: 2. Sovrappeso.
Sempre tra gli ostacoli esterni ci sono le persone con cui veniamo a contatto e l’influenza del loro modo di pensare. Stereotipi e luoghicomuni nei quali si può affondare come in sabbie mobili senza nemmeno accorgersene. Oggi la stragrande maggioranza di persone ha trovato una propria dimensione in un’area che contiene persone che non le emozionano, azioni che non le entusiasmano, cose che non generano energia ma, non avvertendo più disagio, restano lì semimorti. Come fossero in gabbia: 3. Leoni ammaestrati.
Quindi dall’esterno arrivano INPUT, stimoli, che determinano OUTPUT, risposte al nostro interno e fuori di noi. Tutto dipende però dalle nostre rappresentazioni, da come ci rappresentiamo l’imput.
In effetti, la realtà non è altro che una nostra rappresentazione, siamo noi che decidiamo come rappresentarci le cose. Abbiamo libertà di scelta. La possibilità di cambiare il modo di rappresentarci le cose è contenuta nel quarto brano: 4. il segreto.

Gli ostacoli interni, invece, sono quelli che limitano la nostra capacità di rappresentarci le cose nel modo giusto. Anzitutto i copioni, le nostre risposte automatiche agli IMPUT.
Abbiamo delle catene mentali che nessuno ci obbliga dall’esterno e che sono frutto del nostro vissuto: i nostri copioni, quelli che recitiamo a memoria, in automatico, e che emergono in tutta la loro pesantezza nei momenti in cui ci da fastidio il mondo o il comportamento altrui.
La storia, il nostro passato, crea schemi fatti di paura e necessità di sopravvivere. Sono le 5. cicatrici che ci portiamo dentro.
Altro ostacolo interno è la fretta del vivere accellerati che ci inghiotte. Bisogna capire quando bisogna fermarsi. Allenarsi a frenare. 6. Frena e fermati a pensare è il sesto brano.

Superati gli ostacoli esterni ed interni ci si avvicina a se stessi e ai propri valori. Ci si ritrova cresciuti.
La crescita si manifesta anzitutto attraverso un atteggiamento di fiducia. Verso se stessi, verso la vita, verso gli altri (7. Resistere).
La crescita si manifesta anche attraverso il modo di concepire l’amore, inteso come rapporto di coppia. Le relazioni amorose finiscono senza che per questo finisca anche l’amore. Il bisogno non è amore, il bisogno condiziona mentre l’amore è un sentimento puro, incondizionato come emerge dall’ottavo brano: 8. La sera.
La crescita; infine, si evidenzia anche attraverso il nostro modo di rapportarci al tempo. Ogni giorno… è il primo giorno della vita che ci resta!...(9. Rossetto).

Il disco si chiude con 10. il gol, provando a fermare quell’istante di felicità che conosciamo bene rendendolo permanente soffiando su tutto quello che non va.

Cesare

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