Descrizione

Voci, chitarre, basso, batteria e qualche synth. Tre pezzi stralunati, spaziali e leggermente onirici: l’introspezione tocca le comete e le relazioni con le persone trovano il proprio specchio nelle galassie e nei temporali. Nel frattempo, i delay e i riverberi tracciano la scia, assieme a un pizzico di saudade. Un noise-pop leggermente psichedelico.

Credits

Alessandro Sarti mangia insalate di Flaming Lips, condite con tanti Radiohead e quintalate di psichedelia. Saltuariamente, per digerire, finisce il pasto con del cantautorato: un po’ di Dalla e di De Andrè.
Scrive pezzi e suona la chitarra.

Federico Torneri quando non suona, ascolta troppa musica. Da Brian Eno agli Sparklehorse, per dirne due, ma poi chissà. Scandaglia quotidianamente le profondità di Dischi Volanti (Vr). Lasciatosi alle spalle un paio di band (Ӕstetica e i Yerrykhalà), porta in via Gioia un’altra penna, una chitarra acustica e una voce, distese su tappeti di sintetizzatori.

Alberto Prandini: bassista tecnicissimo, habituè del tapping ma anche del progressive, ha ascoltato Opeth su Opeth, ha amato Supernatural di Santana e venerato i Pink Floyd. Ha suonato il basso negli Ӕstetica e in un’orchestra di ottoni, al posto del bassotuba.

Carlotta Favretto: batterista. Dopo anni di violino in conservatorio e una passione infantile per Gianni Morandi, diviene esploratrice di lidi super indie. Ha scritto piccoli pezzi beat-pop per i Klein Blue, ha girato per qualche anno l’Italia con i C+C=Maxigross, suona ancora con i Fontanablu.

Mattia Tramonti: chitarrista, ex C+C=Maxigross, ha suonato in tutti i gruppi di Verona, anzi: alzi la mano chi non ha ancora suonato con lui. Dal punk con la cresta a quindici anni, al bluegrass delle praterie americane, con dobro in mano e una spiga in bocca. La sua sveglia, di mattina, trasmette Crosby, Still, Nash & Young.

Registrato da Duck Chagall agli studi Tega, Verona.

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