L'albero che cammina

L'albero che cammina

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2015 - Cantautoriale, Etnico, Acustico

Descrizione

Questa volta il Cantautore Biagio Accardi ha scelto e coinvolto ben 16 elementi tra musicisti e interpreti per la registrazione del suo nuovo lavoro “L’albero che cammina”, una raccolta di 8 tracce pubblicata a giugno 2015.
Pronto a partire per la V edizione dell’originale “Viaggio lento” in compagnia dell’asinella Cometa, Accardi consegna al pubblico un cofanetto ricco di note, atmosfere e spunti di riflessione. Le composizioni si presentano come una costante celebrazione del bello che l’uomo spesso perde di vista a causa del suo vivere frenetico, appesantito da abitudini meccaniche e monotone.
L’affascinante Babele del mondo che nel tempo è riuscita a costruire intere strutture comunicative verbali, musicali e scritte tra i popoli viene esaltata nei testi della raccolta interpretati prevalentemente in dialetto.
Un tratto distintivo che sottolinea ancora una volta come il bramoso e avido passo dell’uomo nel perpetuo dei suoi giorni, sia riuscito ad annientare anche la diversità comunicativa preferendo una struttura graficamente e foneticamente uguale per tutti. In altre parole lo stile di vita caotico nel quale si è immersi ha permesso anche l’omologazione a più lingue universali dimenticando però il colore della propria.
Il disco si apre proprio con “Strada janca” che è un po’ la presentazione dell’obiettivo lentezza ovvero camminare per godere il bello, stando il più lontano possibile dalle aree trafficate preferendo sentieri, tratturi, vecchi passaggi di collegamento tra i territori. Un contatto più diretto con la terra, più che con il cemento e l’asfalto, una madre terra presentata al pari di una santa protettrice e per questo celebrata come fonte di sostentamento e vita.
Ma durante i percorsi si sa a volte si incontrano delle salite e quindi si procede ancora più lentamente, si sale o meglio si “Saglie” come il titolo del secondo brano. Traendo spunto dall’immagine del Romito è composta “L’albero che cammina”, il suo allegro ritornello ci ricorda che l’uomo è solo uno dei tanti elementi della natura, anche se generalmente fa di tutto per starne lontano. A differenza di tutto il resto però l’uomo ha cognizione propria e quindi se solo ci crede può essere forte, saggio e utile al pari di un albero ma girovagando, perché mobile e condividendo le sue virtù.
Filosofia di vita più volte ribadita anche nei passati lavori del compositore, è l’assoluta indipendenza dell’uomo da qualunque forma di dipendenza terrestre, concreta, morale o spirituale perché “U munnu un’ave padrun!” È dunque quasi uno sfogo, un grido di contestazione contro l’assoluta sudditanza che ormai dilaga nel vivere quotidiano delle masse che spesso dimenticano – per dirla alla Michel Eyquem de Montaigne – che “La cosa più grande del mondo è sapere come appartenere a se stessi”. Un concetto molto caro al compositore calabrese che non si risparmia nel ricalcare il pensiero nel brano “Cu la capu mia”, dimostrando ancora una volta quanto importante sia rendere partecipe la propria testa e i propri pensieri delle scelte e delle azioni che caratterizzeranno il proprio percorso di vita.
“Piaciri e duluri” è il sesto brano della raccolta, inizialmente può sembrare una dedica ad una donna, in realtà appare più come un canto alla Luna che “passa, ride e vasa” sulle vicende degli uomini, influenzando a suo piacimento appunto il piacere e il dolore di ogni essere.
Contaminazione di genere, a passi svelti e leggeri è il miscuglio presentato da Ignis Sacer , ballerine streghe, fate non fa differenza, sul ritornello del pezzo può starci bene qualunque cosa persino le foglie di un albero che sinuose danzano a piacimento del vento e delle stagioni.
Si apre con il suono inconfondibile e antico della lira, l’ultimo brano della raccolta Viaggio lentu. Può essere senza ombra di dubbio la descrizione musicale più vicina al progetto portato avanti da Biagio Accardi negli anni, questo camminare per godere il bello lasciando liberi i “penzeri”.
Infischiandosene di preconcetti e pregiudizi diversi incrociati durante il cammino di un uomo affiancato da un’asina, negli sguardi increduli dei passanti dell’era moderna c’è consapevolezza da parte dell’autore dello stare andando contro corrente per i più, ma è proprio questo il punto : a furia di omologarsi al vivere secondo certi schemi, la gente pare abbia perso di vista la sua natura più autentica! Viaggio lento è la testimonianza di un vivere senza per forza correre dietro a questo o a quell’altro sistema, un invito a fermarsi un attimo e realizzare che il mondo può essere vissuto prima che osservato da schermi o finestrini d’auto.
Infondo il progresso è la capacità dell’uomo di complicare la semplicità. Biagio Accardi mediante il suo progetto offre sicuramente una chiave di lettura diversa su questa condizione ed è un peccato non conoscerla o vedere che cosa apre, magari nulla, magari un mondo insospettabile.
La varietà musicale del lavoro è interessante, si passa dalle sonorità più delicate del popolare a quelle più costruite del jazz fusion passando comunque per un mainstream di facile ascolto.
Ma per assaporare meglio il tutto è indispensabile ascoltare il disco, già in distribuzione e rintracciabile contattando l’ass.culturalecattivoteatro@… , buon ascolto e buon Viaggio lentu a tutti.

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