Endorphin Rush

C'è un filo che collega la Bowery del CBGB's in bilico tra noise e new wave alla neo-psichedelia barbuta e abbronzata della west coast di questi ultimi anni, e che lega i Fall ai Ride e ai Dinosaur Jr. I Daisy Chains - in "Endorphin Rush EP" - si sono applicati da una parte non proprio a scoprirlo, ma almeno a sbrogliarlo dalla matassa di stilemi sulla quale era avvolto, passando in 5 canzoni e in poco più di un quarto d'ora, da tutte le tappe senza inutili scali (tecnici e no), e dall'altra a camminarci - su questo filo - senza sbilanciarsi. Dalla linea di basso distorta di "Lakers", in apertura, fino alla coda noise di "(New wave) Cindy", in chiusura, passando per la quasi-suite "Here comes the sun" e le ruvide, fulminanti "Pink Florida" e "Darklands, fear & thinking", "Endorphin Rush EP" fotografa i Daisy Chains a quattro anni da "Monsters&Pills", tre da "A Story Has No Beginning Or End" e uno dal precedente EP "Donors" restituendoci l'immagine di una band incredibilmente maturata, tanto sia nel songwriting che nel sound. Quella che doveva essere la loro idea di indie rock "solo un po' più punk e più snob" è diventata una delle cose più fresche e interessanti sentite dalle nostre parti negli ultimi anni. Difficile da definire - fortunatamente - e sofisticato, nella sua irruenza. Comunque diretto. E, al di là dei riferimenti, degli eco, del gioco incrociato di rimandi, bello. Anche nel caso la vostra collezione di dischi fosse ferma a "Here comes the sun". Quell'altra...