Descrizione

La tematica principale del brano, dal punto di vista testuale, è rivolta al viaggio, alla voglia di evadere e di divertirsi alla scoperta di nuove realtà e contaminazioni culturali (è stato cantato in tre differenti lingue, italiano, cinese ed inglese); la totale ricerca della positività e dell'energia che si riceve ogni qualvolta si scoprono i piaceri delle cose semplici in contrapposizione con la grigia routine; inoltre, la continua voglia di evadere per sorridere sempre alla vita senza barriere linguistiche, etniche e sociali è l'obiettivo principale di questo singolo.
"Il mondo si gira un secondo a modo mio", senza preoccuparsi di quello che pensano le persone, senza chiusure mentali di alcun tipo, sentendosi realizzati e completi con la semplicità, con la spensieratezza, con le abitudini quotidiane portatrici sane del gene dello stare bene ed in pace con se stessi, senza sottovalutare il potere interculturale del viaggio, che permette di aprire porte a situazioni ed esperienze nuove. Il brano è decisamente dinamico, giocoso, ma non banale; l'arrangiamento è "strong", pieno di suoni sintetici, dinamici e coinvolgenti, trascinano come "onde sinusoidali" tutto il cantato, trasmettendo un'energia tipica degli anni '80 e contestualizzata nel 2019 con un modo di cantare molto diverso da quel periodo storico musicale, ma perfettamente in sintonia.

Credits

Questo brano è il secondo singolo di Daria, prodotto e arrangiato da Daniela Munda (Ni Hao Records), mix e master di Marco Vannucci (Spitfire Mastering); il primo singolo dal titolo cinese/inglese "Shùnjian – In My Eyes", è stato composto sempre da D. Munda insieme al produttore cinese Xiaojung Gao (musica) ed al suo collaboratore Li Yang (testo).
Recensione del precendente singolo:
“In My Eyes” è il primo singolo della cantante Daria Marchioli, in arte DARIA, pescarese classe ’95. Composto insieme a Xiaojung Gao (musica) e Li Yang (testo), è stato prodotto dalla musicista marchigiana Daniela Munda.
“Credo che la musica abbia il potere di unire, aldilà di ogni barriera linguistica” dice
la giovane poliglotta (studia lingue orientali al Ca’ Foscari di Venezia) che nel dubbio confeziona un brano di respiro internazionale, con una funzionale alternanza di immagini zen nelle strofe in cinese (“pietre sparse attorno uno stagno”, “un arcobaleno di sette colori”) e un efficace ritornello in inglese. D’altronde, Daria crede fermamente nella commistione tra le arti.
La coppia protagonista del brano ripercorre il proprio passato, pensando che, nonostante tutte le difficoltà, ora sono ancora insieme percorrendo la strada giusta.
Anche dal testo si riconferma quindi un brano fresco ed ottimista, seppur non superficiale, un po’ in controtendenza rispetto ad alcune produzioni odierne che fanno leva sul disagio giovanile o, al contrario, sul divertimento e l’ostentazione.
La voce narrante si staglia su una intro strumentale molto ovattata, ad evocare forse il ricordo lontano. Poi le percussioni e il cantato in cinese, tutte in primo piano, ci riportano bruscamente alla realtà.

Il brano mischia efficacemente suoni della tradizione occidentale ed orientale: gli archi fanno così da contrappunto a percussioni tipicamente indiane, il tutto amalgamato da suoni elettronici -a ricordarci dell’intraprendenza cinese degli ultimi anni-, ma non invasivi: quel Paese competitivo e con l’Occidente a riferimento, che questa volta però non vuole farci paura. Usare strumenti tipicamente cinesi avrebbe probabilmente reso il brano più etnico e meno attuale.
Il brano è stato prodotto dall’etichetta indipendente Ni Hao Records ed è disponibile su tutte le principali piattaforme musicali (Recensione di Matteo Mosca per "On Music").

COMMENTI

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