Heavy Medal/L'altra Faccia Della Medaglia

Heavy Medal/L'altra Faccia Della Medaglia

Deluded by lesbians

2013 - Rock, Alternativo, Punk rock

Descrizione

Immagina di trovarti in Italia, quasi alla fine 2013. Immagina di non conoscere l’inglese. Immagina di ascoltare l’indie (da pronunciare con la e finale) rock. Immagina che tu preferisca il rock ignorante a quello intellettuale. Ad un certo punto rispunta dalle nebbie milanesi la band dei tuoi sogni, i Deluded By Lesbians, che, mossi a compassione dalla situazione linguistica del popolo rock italiano, decidono di scendere in campo e di farsi capire. Da tutti, nessuno escluso.

E quindi ecco un disco tutto in inglese, “Heavy Medal”, 10 pezzi che finalmente affrontano tematiche toccanti come i figli che lasciano la casa dei genitori, i venditori di dischi seminali, i batteristi sostituibili da samples, la triste piaga dei cuccioli utilizzati per attaccare bottone e le hit estive che si consumano in 2 minuti e trenta. Ma il vero obiettivo è il mercato nostrano e quindi “Heayy Medal” è stato affiancato da un disco tutto in italiano, “L’Altra Faccia Della Medaglia”, 10 pezzi che parlano delle stesse cose o quasi, ma in una lingua finalmente comprensibile ad amanti della pizza e del mandolino. In un’ottica di marketing, di consumatore, di valore aggiunto, di ampliamento dell’offerta, di libero arbitrio, di autonomia locale, di autodeterminazione dei popoli i due dischi arrivano nei negozi contemporaneamente, al prezzo di uno, nello stesso doppio digipack. Finalmente il fan dell’indie-rock ignorante può scegliere la propria lingua preferita ed eventualmente usare il secondo disco come sottobicchiere. O può impararne un’altra, come già alcuni fan di tutto il mondo hanno iniziato a fare. Può ascoltare entrambi i dischi e scegliere in che idioma i Deluded By Lesbians non sappiano scrivere le canzoni.

Un’operazione simile pare non sia mai stata tentata da nessun gruppo della penisola, neanche dai mostri sacri del pop che abitualmente rilasciano dischi anche in spagnolo per il mercato sudamericano. E’ qualcosa di totalmente innovativo. “Pur mantenendo il nostro approccio diretto e dritto alla sostanza, volevamo che nel secondo disco le canzoni fossero il più possibile diverse tra di loro, per struttura, velocità, ispirazione e suoni” dichiara Laura O’Clock, in un raro momento di fredda lucidità. “E’ per questo che il disco si apre con un pezzo totalmente elettronico, che per fortuna sfocia presto nell’oceano di lava del rock’n’roll, una sorta di dichiarazione di guerra al mondo musicale sempre più iperprodotto e computerizzato”, aggiunge Federica Knox. “Oltre che numerose palline di cotone, dal fondo delle tasche estraiamo anche il blues (I suini/Pigs), l’alternative rock americano (Vigili del fuoco/Firemen), un po’ di sabbia del deserto californiano (Stonehenge), il punk (Canzone dell’estate/Supersummer Song), il rock n’ roll (Cuccioletto/Walking on The Beach) e tanto altro” aggiunge Lara Brixen. I riferimenti, sia in inglese che in italiano, rimangono sempre gli stessi del primo disco “The Revolution of Species” uscito nel 2010: i testi e l’attitudine di Presidents of USA e Tenacious D, il rock in your face di Danko Jones, Therapy? e Turbonegro, lo stoner rock dei Queens Of The Stone Age. Anche la formula musicale rimane invariata, tutti e tre i componenti del gruppo si alternano alla voce solista, “perché è giusto che anche i batteristi possano cantare, a volte” e, sia in studio che dal vivo, Federica Knox e Laura O’Clock si scambiano continuamente chitarra e basso, suonandoli con stili nettamente diversi e quindi tenendo sempre fresca la proposta.

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