TRACKLIST
1.Il  Mare  e  la  Torta
02.L’Estate  passa  in  fretta,  Charlie  Brown!
03.Non  sono  di  Latina
04.Non  dipende  da  noi  due
05.Piangono  le  ragazze
06.Kong
l  Mare  e  la  Torta
Il  titolo  della  canzone  prende  spunto  dalla  traduzione  del  nome  di  un  gruppo  musicale  post-rock  statunitense,  The  Sea  and  the  Cake.  Gruppo  che  mi  ha  influenzato  nelle  sonorità  di  questo  brano.  Il  ritornello  della  canzone  invece  è  stato  preso  da  una  canzoncina  creata  da  mia  nipote  quando  aveva  3  anni:  “Sono  questo  pesce  e  il  mare  è  preziosissimo”.  Ho  interpretato  la  frase  come  un  meraviglioso  inno  a  sé  stessi:  sono  questo  pesce,  ed  il  mare  diventa  preziosissimo  perché  dentro  ci  sono  io!  
Testo:  
Sono  questo  pesce  e  il  mare  è  preziosissimo.  Siamo  cresciuti  tra  i  fili  d’argento  nei  campi  fioriti  nei  giorni  d’estate  Le  ore  cupe  d’inverno  rubavano  un  senso  alle  nostre  esistenze  illuse  Abbiamo  perso  ma  non  farci  caso  perché  avremmo  perso  lo  stesso  in  due  Ci  siamo  persi  nel  dare  per  certe  alcune  promesse  che  sono  sparite.  Sono  questo  pesce  e  il  mare  è  preziosissimo.
L’Estate  passa  in  fretta,  Charlie  Brown!  
Ho  scritto  questo  testo  di  getto  (dopo  essere  tornato  dalle  ferie  estive),  dettato  dal  solo  pensiero  di  dover  tornare  alla  normalità  dei  giorni  lavorativi,  di  dover  riprendere  i  ritmi  forzati  delle  dieci/dodici  ore  di  lavoro  giornaliero.  “Siamo  la  logica  dei  padroni”  anche  nei  nostri  dispiaceri,  nei  nostri  malcontenti,  nella  nostra  repressa  iniziativa  di  ribellione.
Testo:  
I  treni  partono  per  viaggi  che  non  so  
Poi  d’improvviso  arriva  l’estate  dal  fondo  placido  delle  campagne  
Le  grinfie  sul  viso  che  avevi  d’inverno  ritorneranno  in  bassa  stagione  
Le  note  distratte  di  un  karaoke  
La  noncuranza  di  tutte  le  cose  
La  tenda  piantata  sulla  sponda  del  fiume  
La  mente  che  spegne  l’interruttore  
Poi  d’improvviso  arriva  l’Estate  
Metto  da  parte  l’ostinazione  
Cresciuta  in  silenzio  con  il  dolore  
Cresciuta  in  un’altra  stagione  
I  treni  partono  per  viaggi  che  non  so  
Poi  d’improvviso  finisce  l’estate  
Settembre  ha  distrutto  la  nostra  illusione  
Settembre  è  tornato  a  fare  rumore    sotto  il  giudizio  distratto  del  sole 
Non  siamo  in  grado  di  dare  le  dimissioni  
Siamo  la  logica  dei  padroni  
E  ci  arrendiamo  al  suono  della  sveglia  
Ed  aspettiamo  le  vacanze  a  natale  
Ma  forse  c’è  una  soluzione  è  stata  dura  prima  di  capire  
Ma  non  ve  lo  voglio  dire,  vi  meritate  la  merda  del  mare  
Non  sono  di  Latina
Di  recente  mi  sono  trasferito  da  un  microscopico  paese  di  provincia  ad  una  grande  città.  Dove  vivevo  prima  succede  ben  poco:  le  persone  si  conoscono  tutte,  non  esistono  locali  di  tendenza  né  posti  giusti  dove  incontrarsi.  C'è  un  solo  bar  ed  in  esso  convergono  tutte  le  tipologie  di  giovani:  gli  emo  con  gli  anarcopunk,  quelli  a  cui  piace  l'hip  hop  con  quelli  che  ascoltano  Gigi  d'Alessio,  i  metallari  con  i  dark  e  gli  skaters,  le  fashion  blogger  con  le  signore  che  si  incontrano  per  dire  il  rosario  della  sera.  Nella  città  in  cui  vivo  ora  invece  se  appartieni  ad  una  subcultura  specifica  rischi  di  vivere  per  sempre  con  i  tuoi  simili,  praticamente  una  condanna.
Testo:
Tu sei chic come il mio nesquik
Dimenticato nella credenza di casa dal ‘93
Come sei retrò, come quel bistrot
Dove gli artisti con la barba si dimenano davanti a te
Sei Kitsch come quei blue jeans
Dimenticati nell’armadio di tua madre dall’83
Non sono una ragazza di vent’anni non uso cocaina
Non ho le conoscenze per avere premi
Non agito la folla sotto i palchi
Non sono di Latina
Le impronte digitali delle tue mani
Sono lo slogan dei crepuscolari
Localizzati dai telefonini cellulari
Per dio guarda come sono io
Sono il ritratto della delusione anche per colpa tua
Siamo le galline dell’egocentrismo
siamo le pecore dell’individualismo
siamo i peggiori servi di Cristo
siamo le cornacchie del turbocapitalismo
Non sono una ragazza di vent’anni non uso cocaina
Non ho le conoscenze per avere premi
Non agito la folla sotto i palchi
Non sono di Latina
Le impronte digitali delle tue mani
Sono lo slogan dei crepuscolari
Localizzati dai telefonini cellulari
Localizzati  dai  telefonini  cellulari  
Non  dipende  da  noi  due
Qualunque  sia  la  persona  di  cui  tu  sia  innamorato,  non  inibirti  a  causa  del  giudizio  sommario  degli  altri.  Le  persone  distratte  sono  il  male  della  società,  l'unico  modo  per  combattere  questo  male  è  la  forza  con  cui  amiamo  chi  decidiamo  noi,  chi  scegliamo  noi.  Loro  sapranno  insegnarci  a  disinibirci  da  tutto  lo  sporco  del  mondo.  Spesso  quello  che  siamo  non  dipende  da  noi  due,  ma  dall'amore  o  dall'odio  che  gli  altri  riversano  su  noi  stessi.    
Testo:  
Francesco  le  albicocche  con  le  pere  
Che  mi  hai  lasciato  nel  giardino  la  mattina  prima  che  sei  andato  via  
Mi  hanno  ricordato  che  gli  alberi  non  gridano  
Perdono  le  foglie  ma  non  si  disperano  
Cresceranno  le  altre  rigogliose  e  forti  
Non  dipende  da  noi  due  
Balla  una  volta  tanto  
Stacca  quel  gomito  da  quel  biliardo  
Non  sei  mai  stato  così  importante  
Se  balli  male  nessuno  si  offende  
Balla  che  sembri  un  tronco  
Se  resti  fermo  non  cambia  niente  
Se  resti  fermo  nessuno  si  offende  
L’anno  che  ho  iniziato  a  suonare  Il  17  luglio  l’Italia  perdeva  il  mondiale  
L’amarezza  di  un  rigore  sbagliato  
E  una  carriera  in  cui  non  ho  mai  sfondato  
Avevamo  quindici  anni  
Ed  eravamo  persi.  
Balla  una  volta  tanto  
Stacca  quel  gomito  da  quel  biliardo  
Non  sei  mai  stato  così  importante  
Se  balli  male  nessuno  si  offende  
Balla  che  sembri  un  tronco  
Se  resti  fermo  non  cambia  niente  
Se  resti  fermo  nessuno  si  offende  
Piangono  le  ragazze
Ho  dedicato  questa  canzone  alla  persona  che  amo.  Le  ho  voluto  dire  che  sono  bello  come  Gesù.  Testo:  
Piangono  le  ragazze  quando  passa  Gesù
Con  i  capelli  buttati  al  vento  e  con  gli  occhi  blu  
Vive  nei  loro  cuori  un  dubbio  che  non  andrà  via  
Chiedergli  se  portarselo  a  letto  oppure  mandarlo  via  
Mentre  le  tue  giornate  trascorrono  con  lentezza  
Trovi  sollievo  nella  speranza  
Che  svanisce  come  la  brezza.  
Nella  farina  dei  panettieri  della  mattina  
Nei  delinquenti  delle  prigioni  nelle  ossessioni  
Nella  reazione  della  violenza  dei  poliziotti  
Negli  occhi  tristi  di  tuo  fratello  
Ma  la  paura  durante  la  notte  dei  farmacisti  
Quando  la  luna  è  coperta  dal  vuoto  dell’eroina  
Nella  mattina  
C' è  una  porzione  di  luna  piena  che  splende  sulla  tua  schiena
Illumina  la  tua  pelle  indifesa  illumina la  mia  pena  
Come  l’increspatura  del  mare  batte  sopra  lo  scoglio  
Senza  più  darti  un  momento  di  pace  ti  abbraccio  durante  il  sonno  
Mentre  le  tue  giornate  trascorrono  con  lentezza  
Trovi  sollievo  nella  speranza  che  svanisce  come  la  brezza 
Kong
I  protagonisti  di  questo  testo  perdono  l'equilibrio:  zoppicano,  non  riescono  a  reggersi  in  piedi  e  non  riescono  a  raggiungere  alcun  punto  d'appoggio:  stanno  quasi  per  crollare  a  terra,  stanno  per  cedere,  ma  non  riescono  a  cadere,  camminano  a  stento...  eppure  proseguono.  Sono  poveri  ed  insospettabili,  senza  carisma,  mortificati  dalla  loro  rinuncia  di  aver  voluto  in  qualche  modo  emergere.  Sono  prede  del  loro  stesso  fallimento,  sono  tutti  “strafatti  di  malinconia”. 
Testo: 
Parte  il  ticchettio  delle  tastiere  negli  uffici  della  capitale  come  siamo  messi  male  quando  rifiutiamo  di  accettare  ciò  che  siamo  diventati  quel  che  non  abbiamo  potuto  realizzare  lo  vogliamo  cancellare  dove  stiamo  andando  chi  vogliamo  accontentare?  
L'erba  del  vicino  era  cemento  dove  brulicavano  gli  insetti  di  un  meschino  fallimento  come  siamo  messi  male  quando  il  nostro  scoramento  esistenziale  lo  vogliamo  ricoprire  con  le  foglie  secche  del  vicino  davanzale  chi  vogliamo  illudere?  Cosa  vogliamo  mascherare? 
 Quanto  brucia  la  sconfitta  
L'orizzonte  che  si  eclissa  
La  stanchezza  esistenziale  
Ma  siamo  tutti  drogati  
Le  preghiere  dette  male  
Le  scongiure  quotidiane  
Ma  siamo  tutti  strafatti  di  malinconia  
Parte  il  ticchettio  delle  lancette  per  un  altro  capodanno  
Non  lo  voglio  festeggiare  voglio  solo  maledire 
Lo  sfrenato  e  malinconico  divertimento.  
I  propositi  allo  specchio  sono  un  fallimento  
Torna  il  mio  cinismo  turbolento  
Che  si  insinua  come  un  virus  nella  testa  dello  stupido  di  turno  tu  che  sei  la  figlia  delle  stelle  la  più  bella  tra  le  belle  annoiata  della  condizione  umana  fammi  luce  in  questo  fine  settimana.					

COMMENTI