Descrizione

I segni del proprio vissuto sono una parte fondamentale di ogni individuo: c’è chi li nasconde, chi li rende manifesti, chi se ne vanta e chi ne farebbe volentieri a meno. Ci sono poi dei mestieri, come il musicista, che permettono di trasformare questi segni in qualcos’altro. Non è certo un assioma scientifico, ma a volte può rivelarsi la chiave di lettura migliore per capire un disco. E’ il caso di “Tutorial”, il nuovo album dei Dilaila, un percorso di risalita lungo nove canzoni e un coro, che dalla copertina all’ultimo secondo di musica spinge verso una direzione ostinata e diritta, quasi a volersi lasciare il buio alle spalle. Non che il sentiero di Paola Colombo, frontwoman e anima dei Dilaila fin dagli esordi, preveda illuminazioni di alcun tipo: semplicemente, è un viaggio laico che lascia i mostri sotto al letto e punta agli origami attaccati al soffitto, è il lavare via una patina grigia, un asciugarsi al sole, un riprendere forza per partire di nuovo. E’ così che si entra nel mood di “Storia Di Una Scema Che Diventò Farfalla” o in “Se Io Fossi La Notte”, per correre attraverso “Non Ci Prenderanno Mai” e chiudere il cerchio in “A Caso (Sto Pensando A Lui)”. Perché le nove canzoni di “Tutorial” sono come dei bignami, delle indicazioni tecnico/esistenziali per affrontare la vita, condite da una qualità non secondaria che risponde al nome di autoironia, ovvero la capacità di sorridere delle disgrazie, per renderle più utili e meno drammatiche. Con un suono che riporta a quel periodo magico degli anni sessanta e settanta, che rende un dichiarato omaggio ai Beatles come a Mina, a Nada e Patty Pravo, a quel senso di libertà sprigionato da arrangiamenti saltellanti e ricchi di melodia, da “Il Gran Sole Di Hiroshima” a “Fiori Urlanti”.“Tutorial” suona come il disco della consapevolezza per questa band, come se tutti gli ingredienti fossero stati pesati al grammo, miscelati nella fusione profonda di musica e parole (“I Mostri Sotto Al Letto”), che ascolto dopo ascolto diventano impossibili da scindere. Perchè i Dilaila hanno l’esperienza e l’abilità per creare accostamenti inaspettati, che si rifanno a volte al classic rock, a volte a quel pop che fa bene al cuore come in “L’Amore In Fuga”, spezzando il ritmo, facendo risaltare senza timidezze il pianoforte e gli assoli di chitarra. E in questo si percepisce un affiatamento tra musicisti: insieme a Paola troviamo nel nucleo storico anche Claudio Cicolin, Luca Bossi e Riccardo Lecchini. I quattro si sono presi il tempo necessario e ritirati con Davide Lasala agli Edac Studio per confezionare un piccolo manuale di consigli sulla vita, che è quella di Paola ma è anche quella di tante altre persone, perché ci sono circostanze universali che riguardano non solo l’io ma anche il noi, e la dimensione collettiva ed ironica è una delle novità più interessanti di questi trentasette minuti di musica. Solo così “Tutorial” poteva diventare il disco che è, mettendo in relazione passato, presente e futuro, partendo dalla disperazione ma lasciandola da parte e terminando letteralmente con una risata.

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