Descrizione

A questo tema doloroso e attualissimo, è affidata una parola chirurgica e netta, "corsa al margine” in una tessitura di immagini stranianti. “Dov’ero rim-astica e chiama”, “coperta d’unguenti e di voci”, una condizione in grado di trattenere sempre la domanda, l'attesa: “Ti sembra adesso / più dolce / l’attesa?”, di trattenerla a fatica e nella fatica di un vissuto in cui la stessa voce diventa, ‘particella’ immersiva, “aspersione, battesimo, cenere” capace di agire e trasformare dall'interno l'evento stesso: a parlare è la voce stessa dei karōjisatsu (過労自殺), per cui tutto l'ambiente testuale è indice di quella presenza-assenza.

(Alessandra Greco)

Le sinfonie elettroniche di SOFIA_ scandiscono un incedere lento, dilatato, che man mano si fa ritmo, battito di un cuore che manifesta il proprio sé. La fragilità preziosa di questo valore si erge a capostipite di una distesa di produzioni sintetiche, contrapponendo la durezza di parole giapponesi alla sinuosa musicalità dei testi di Elena Cappai Bonanni. Vita e decesso di un cerchio che si compie. L'immaginario decadente di un mondo al capolinea - quello della competizione - si sposa con ritmiche tecnologiche e cori apocalittici, che denunciano la fatica di ritrovarsi umani in un presente sempre più alienante e automatizzato.

(Davide Galipò)

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