I cantari della guerra silenziosa

I cantari della guerra silenziosa

Emily Collettivo Musicale

2013 - Rock, Reggae, Folk

Descrizione

Emily Collettivo Musicale e Francesco Pelosi:
“I Cantari della Guerra Silenziosa”

Il primo Gennaio del 2008, in Sardegna, Emiliano Manca mi regalò Rulli di tamburo per Rancas di Manuel Scorza. Nel Marzo dello stesso anno, ovvero due mesi dopo circa, avevo già scritto le nove canzoni che, eccetto per un paio, compongono questo disco.
Ero stato travolto e rapito dall’energia emanata da quel libro e dagli altri quattro che compongono La Ballata, ricordo una febbre nell’andarli a cercare, quasi una disperazione scoprendo che Cantare di Agapito Robles era fuori commercio da anni e quindi una sconfitta nel doverlo noleggiare in biblioteca. Il cavaliere insonne invece lo trovai in una libreria antiquaria di Venezia e ricordo che appena preso lo portai fuori a cena, me ne andai solo con lui in un ristorante e lo lessi avidamente, ridendo sotto i baffi di tutti quegli estranei intorno che non sapevano nulla del nostro segreto. Vissi veramente così quei pochi mesi d’amore, mentre le canzoni venivano fuori da sole, portate non dal mio volere ma da qualche cosa d’altro di indefinibile.
Di certo in quei giorni era presente lo spirito di William S. Burroughs e del suo “È arrivato Ah Pook” che influenzò fortemente i brani, così come il “Trattato di saper vivere (ad uso delle nuove generazioni)” di Raul Vanegeim. Scorza parlava di un mondo rubato ai suoi abitanti, parlava di soprusi segreti, di una guerra silenziosa appunto e io vidi chiaramente in quel racconto uno specchio costante della nostra vita: sia di quella sociale (che al tempo mi interessava di più), sia di quella più privata o spirituale che negli ultimi anni ho cominciato a percepire, tanto che nella stesura definitiva delle canzoni debbo ringraziare anche Sant’Agostino e Ermete Trismegisto.
In Burroghs e in Vanegeim però trovai allora le sole voci che parlavano delle cose così come anch’io le vedevo: in loro non c’era censura ma finalmente lo spirito dell’uomo libero che si esprimeva, netto e onesto, fedele a sé stesso. Nacquero così le canzoni plasmate sulle vicende dei comuneros ma riferite alla nostra vita, ai golpe mentali del nostro quotidiano, alle dittature silenti che guidano i nostri rapporti, dal letto, all’ufficio, alla tomba.
Musicalmente la vita di questi Cantari è cominciata con gli arrangiamenti di Francesco Morittu, chitarrista cagliaritano con il quale ho condiviso quegli anni di canzoni. Era lui che ogni sera, nel piccolo bar del cinema Edison di Parma dove eravamo soliti ritrovarci con alcuni amici, prendeva in consegna i nuovi nati e li vestiva con accordi delicati e cangianti per fargli muovere i primi passi. Lui e Emiliano Manca, che assisteva così a quello che il suo dono aveva scatenato, sono i guardiani di pietra di quest’opera.
Nel Maggio 2008 al Materia Off di Parma io e Morittu facemmo l’unica rappresentazione ufficiale del progetto, che da allora visse solamente nei miei quaderni e nella mente di chi conosceva e apprezzava quelle canzoni. Provai a farne una nuova versione nel 2010 affidando gli arrangiamenti all’amico cantautore Rocco Rosignoli prima e poi di nuovo a Morittu sotto la supervisione della compositrice cubana Ailem Carvajal e con l’aiuto di Andrea Peracchi per modificare alcune liriche, ma in entrambi i casi la cosa si fermò prima ancora di cominciare.
I Cantari della Guerra Silenziosa sono una storia di fuoco, di enormi ponchos dipinti e scolpiti con le braci e col sangue di un popolo; quel che evidentemente mancava al progetto era una volontà fumante che desse l’affondo finale, che alzasse il “sacro fuoco della gioventù” ad illuminarne incoscientemente la via e gli Emily hanno infine portato proprio questo. Mi capitò nel 2011 di riproporre in un concerto l’intero progetto, voce e chitarra, accompagnato da Alessandro Stocchi alla fisarmonica e da Andrea Fantuzzi che coi suoi pennelli dipinse su un grande telo bianco, mentre noi suonavamo, le foglie e i colori di questa storia (e ancora continua a farlo). Credo che il fuoco si accese proprio lì quando dopo lo spettacolo, Alessandro, insieme a Marco Aiello e a Nicolas De Francesco, mi chiese di prendere in mano le canzoni e di farne il nuovo disco degli Emily. Grazie alle loro “cure”, all’entrata nel gruppo del chitarrista Leonardo Barbieri e all’apporto creativo di Matteo Carbognani (col quale ho riscritto interamente il brano dedicato a Garabombo l’Invisibile) i Cantari hanno lasciato decisamente le armonie acustiche e intimiste con le quali si erano affacciate alla vita e hanno intrapreso un nuovo percorso epico-narrativo-roboante che mi stupisce e affascina per la sua indipendenza. Mi ritorna il ricordo di quando queste canzoni nacquero e ancora oggi, come allora, hanno fatto della loro esistenza quello che volevano.
Un grande sentimento mi lega a tutti questi nomi. La poetica racchiusa nella loro pronuncia è l’azione che rende e renderà possibile, io credo, nuovi sentimenti e nuove azioni. Ringraziare è ciò che posso e che devo per rendere onore a così tanta memoria e a così molta vita.

Francesco Pelosi

“Guerrieri ci chiamiamo, guerrieri.
Lottiamo per la splendida virtù,
per una meta elevata,
per la saggezza sublime.”

Credits

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