Kykeon

Kykeon - Enomisossab
Tanti colori (quelli dell’arcobaleno) e tutte le voci possibili di una sola persona.
Sempre e comunque acusmatiche, che arrivano (e si calano) dall’esterno.
L’Oskar Matzerath in noi direbbe di un universo mistico e barbaro.
L'idea di "Kykeon" è arrivata affastellando materiale. Campioni, poesie, bordoni di voci, improvvisazioni, romanzi, film. "Amico dell'assenza", che cominciò (senza che lo sapessimo..) l'impresa, era il Dicembre 2013, e "Bastet" suggerivano un approccio pop (..), nel senso più nobile e scapigliato del termine. Dunque sperimentare, con la voce e la musica, in un formato - la canzone - che consenta una varietà di approcci e di situazioni. La mancia era rappresentata dallo scenario complessivo: la fine della musica (commerciale e non) al pari di un'esperienza culturale, ormai ridotta a una forma qualsiasi di intrattenimento, il dissolvimento dell'oggetto che la veicolava (il vinile, il ciddì). Sette brani molto differenti uno dall'altro, una raccolta che potrebbe essere ascoltata tutta o un pezzo solo. Ogni numero con musicisti e uno stile a sè, sette "lingue" diverse, e le soli voci a far da tratto d'unione. Una voce acusmatica, non separata dal corpo ma che nega la propria visione: nell'epoca della morte dell'immaginazione, il rimedio estremo è quello di concedersi il giusto.