Insularities

Insularities

Fabrizio Cammarata

2025 - Indie, Folk, Pop rock

Descrizione

“Cosa significa essere un’isola?” È da questa domanda che prende forma “Insularities”, il nuovo album di Fabrizio Cammarata: un’opera viscerale e luminosa, costruita come un arcipelago di voci, immagini e memorie. Un disco che attraversa la distanza - geografica, emotiva, culturale - e la tramuta in un paesaggio che ognuno può riconoscere come proprio.

Cantautore e viaggiatore, Fabrizio Cammarata è una delle voci più intense e riconoscibili della scena italiana contemporanea, ma il suo cammino ha superato da tempo i confini nazionali. Nato a Palermo, ha portato le sue canzoni sui palchi di tutto il mondo – dall’Europa al Nord America, fino al cuore dell’America Latina – costruendo negli anni un linguaggio musicale personale, fluido, in continua evoluzione. Un suono che intreccia folk e sperimentazione, spiritualità laica e tensione poetica. La sua voce, capace di muoversi con naturalezza tra inglese, italiano, siciliano, spagnolo e portoghese, è il centro pulsante della sua scrittura: non si limita a cantare, ma abita, trattiene e rilascia.

“Insularities” è il suo lavoro più maturo, e certamente il più “vulnerabile”. Prodotto da Dani Castelar (Paolo Nutini, Jordan Mackampa) e Roberto Cammarata (La Rappresentante di Lista), il disco si snoda come un racconto frammentato ma coeso, dove ogni brano è un approdo, una soglia, un possibile inizio. Al centro, la riflessione sull’identità non come punto fermo, ma come arcipelago in movimento: padre, madre, bambino – figure archetipiche che si alternano nei testi come forze interne che abitano ognuno di noi.

L’album si apre con “Asanta”, canto visionario e struggente che affonda le radici nella Sicilia interiore di Fabrizio. Una bambina (la madre dell’artista) osserva una processione da dietro le tapparelle, aggrappata a una figura adulta, mentre un canto in siciliano si trasforma in preghiera laica e civile. È un brano che Fabrizio ha portato anche nello scenario del Festino di Santa Rosalia 2025, a Palermo: un ritorno simbolico nel cuore del rito, cantato con l’urgenza di chi sa che la memoria è anche resistenza.

Altrove, il disco esplora altre voci interiori: in “Icarus” si affaccia la figura del padre, tra desiderio di volo e paura della caduta. In “Come What May”, la presenza del bambino interiore si rivela con delicatezza, in una tessitura folk che si lascia attraversare da leggere increspature elettroniche. “Insularities” non segue un genere, ma un’intenzione: le canzoni non sono composte per aderire a una forma, ma per accogliere una verità. C’è apertura melodica e respiro in “Pyramid”; c’è dialogo tra lingue e presenze in “Agua e Sal”, una collaborazione con Casadilego in cui voce italiana e portoghese si sfiorano.

Verso la fine del disco, le canzoni si fanno sempre più profonde e scavate. “Ricordare inventando” è una ninna nanna obliqua e ipnotica, costruita su un arpeggio di chitarra e una batteria ovattata, che invita a guardare il passato con occhi di fantasia, e il futuro con uno sguardo ancora più immaginativo. In “The Woman In Me”, Fabrizio esplora il suo lato femmineo con dolcezza e autenticità, accompagnato ancora da Casadilego e dal coro berlinese Cantus Domus. Gli archi crescono come onde emotive, impetuosi e struggenti, in uno dei momenti più commoventi dell’intero lavoro.

Il disco si chiude con una carezza. “The End Of Me Can Be Your Start” è un commiato nudo, affidato a voce e chitarra, in cui ogni parola pesa come una goccia. “The end of me / can be your start / and when I go / I’ll leave a spark” canta Fabrizio, prima di lasciare che tutto svanisca in un semplice ed essenziale “thank you”. Un gesto di gratitudine che diventa preghiera silenziosa, e che rende ancora più toccante la dedica che attraversa tutto l’album: alla memoria di Fabio Parrinello, in arte Black Eyed Dog.

Anche l’immaginario visivo di Insularities contribuisce a completarne l’atmosfera rarefatta e profonda. L’artwork è firmato da Amy Friend, artista canadese nota per le sue opere sospese tra luce, assenza e memoria. La sua serie “Dare alla Luce” ha ispirato l’intera veste visiva dell’album, facendo risuonare immagini e suoni in un unico spazio emotivo.

Credits

All songs written by Fabrizio Cammarata
All songs produced and engineered by Dani Castelar and Roberto Cammarata at Fat Sounds Studio and Piccolo Cobra Studio.
Mixed by Dani Castelar / Except THE END OF ME CAN BE YOUR START, recorded and mixed by Fabrizio Cammarata at home
All songs mastered by Pablo Schuller at SchullerSound
ÁGUA E SAL features Casadilego
THE WOMAN IN ME features Casadilego and Cantus Domus, with choir arrangement and direction by Ralf Sochaczewsky
Fabrizio Cammarata: Vocals, Guitars, Bass, Synths, Keys, Piano, Percussions, Sampler
Roberto Cammarata: Synths
Dani Castelar: Synths, Sampler / Donato Di Trapani: Keys, Synths
Roberto Calabrese: Drums / Carmelo Drago: Bass
Francesco Incandela: Violin, Viola / Angelo Di Mino: Cello
Front cover and inlay art by Amy Friend (amyfriend.ca)
Back cover photo by Dodo Veneziano (dodoveneziano.com)
Artwork design by Manuela Di Pisa
Special thanks to Rob, my family, my friends and you. You know who you are.
INSULARITIES is dedicated to the memory of Fabio Parrinello, Black Eyed Dog. May your song always be sung.
℗ & © 2025 Fabrizio Cammarata under exclusive license to Fat Sounds. The copyright in this sound recording is owned by Fabrizio Cammarata. Unauthourized copying, hiring, lending, public performance and broadcasting prohibited. All rights reserved. Made in the E.U.

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia