Madreperla

Madreperla

Francesca Palamidessi

2023 - Pop, Elettronica

Descrizione

Madreperla è il terzo progetto discografico solista della cantante, produttrice e artista multidisciplinare italiana Francesca Palamidessi, in uscita il 10 novembre.
Primo disco in solo come producer, l’album rappresenta il compimento dell’evoluzione di un sound che è il risultato di anni di esperienze che l’artista nativa di Roma ha collezionato in formazioni collettive come compositrice e cantante. Frutto di un intero anno di lavoro, si tratta di un concept album basato su un'esperienza personale che ha lasciato il segno nella sua vita.
L'intero progetto ruota attorno al significato simbolico di due elementi del mondo naturale: l'ostrica e la perla.
Come nasce una perla?
Da un punto di vista alchemico, la perla rappresenta la perfezione. Alla sua origine vi è un corpo estraneo - spesso un granello di sabbia o un parassita - che si trova all'interno del guscio dell'ostrica. L'intrusione causa una forte reazione: essendo l'ostrica incapace di eliminare ed espellere l'invasore, per proteggere i suoi tessuti dall'irritazione, inizia a isolarlo. Tramite una sostanza liscia e dura - la Madreperla, appunto - e attraverso un processo di calcificazione, l’ostrica crea quindi la più bella delle gemme, senza eguali nel mondo naturale: la perla.
Questo processo ha un significato simbolico molto potente. Per l'ostrica infatti, il corpo estraneo rappresenta una difficoltà. Essa vorrebbe liberarsene, ma data l'impossibilità di una espulsione, lavora su se stessa, dall'interno, e trasforma questa apparente difficoltà in un regalo prezioso.
È questo il tema portante di Madreperla: una trasposizione simbolica dell'esperienza dolorosa di una separazione in una relazione sentimentale. Un viaggio nella guarigione, di cui ogni canzone rappresenta una tappa specifica.
Da un punto di vista sonoro, il disco presenta un connubio trasversale di pop e generi di sperimentazione, downtempo, glitch, con echi di jazz e musica d’avanguardia. L’album è stato interamente realizzato al computer, senza l’uso di strumenti reali, escluse le voci e i sassofoni e clarinetti di Beppe Scardino (TYTO).
La produzione, a cura della stessa Francesca Palamidessi, è piena e massimalista, con un uso estremamente ampio di tecniche digitali combinate alla voce dell’artista, centrale sia come elemento narrativo che astratto, attraverso testi in lingua italiana e inglese.
Con un approccio innovativo e originale, Madreperla porta il cantautorato nell’elettronica (cifra stilistica presente anche nel lavoro precedente, Amber Haze) e unisce musica leggera e musica colta.

MADREPERLA, TRACCIA PER TRACCIA

Madreperla è composto da 12 brani, di cui 7 in inglese e 5 in italiano.
Il disco si apre con Circles, Corners, un’introduzione astratta ed evocativa in cui la voce di Francesca Palamidessi presenta il concetto di ostrica e perla.
Una strada conduce nel vivo del disco, unendo un arrangiamento vocale ispirato alla musica antica a un beat moderno e tagliente; si tratta di un dialogo interiore che ha come interlocutrice la luna.
Con Ultramarine, primo singolo estratto dal disco, si presenta a livello cronologico per la prima volta la tematica di una storia d’amore complessa in cui si intrecciano violenza e purezza. Nel brano si parla di autoaffermazione, del riconoscere il male.
In RUN!, quarta traccia del disco, finalmente avviene una prima liberazione, uno scatto. Un invito alla corsa, intesa come istinto di sopravvivenza. Si tratta del brano meno concettuale del disco e dal sound più definito, che richiama il mondo della house music.
In Obsidian, una ballad morbida e ovattata, ci si ferma dalla corsa, nella sorpresa di una nuova forma d’amore, come una sorta di risveglio dall’assopimento delle emozioni.
Il Mare nel Fiume racconta il rapporto con la propria immagine ed è interamente costruito su elementi a specchio, come il mare che si riversa dentro un fiume, o un tuono che precede un lampo. Il significato del testo lascia libera interpretazione all’ascoltatore, ma pone davanti uno scenario di confronto con il proprio corpo e la propria interiorità, oltre che richiamare la problematica del tempo che scorre e come ciò influenza il nostro modo di agire nel presente.
Con Ego Killer lo specchio si rompe, frammentandosi in mille pezzi, distruggendo ogni certezza. In questo brano sample, voci e parole sono tenute insieme da una produzione così caratterizzante da essere il vero centro del pezzo che gioca continuamente sul contrasto, con cambi repentini d’ambiente, colore e dinamica.
Si fa spazio per una nuova morbidezza, quella di Pianeti, ballad che racconta della quiete dopo la tempesta, di un ritorno a casa e di una ritrovata apparente felicità.
Nomade, quarto singolo estratto dal disco, è un brano dalle sonorità pop, con un sound design moderno ed echi della musica da film: un moderno spaghetti western musicale con un tocco di blues e nostalgia. Il tema della canzone è il distacco, l’allontanamento dagli affetti più cari necessario alle volte per crescere e migliorarsi.
The Oath, ultimo singolo estratto dall’album, ci riporta in una dimensione onirica e sognante. Il brano racconta l’esperienza dell’incontro con un’anima affine, con la quale però non si è pronti a condividere il proprio mondo interiore: parla di sogno e realtà, di tristezza mascherata da leggerezza, e dell’amore come distrazione da sé stessi. L’elettronica è utilizzata in maniera descrittiva, il sound poliforme si evolve in ogni sezione della canzone, creando un immaginario musicale colorato e vivace che avvolge il testo proiettandolo in un universo quasi post-umano.
L’undicesima traccia del disco è la title-track Madreperla, la traccia più importante, che ne racchiude il significato. Un brano scarno, arrangiato per sola voce e pianoforte. Il tema di questa canzone è il dolore, che viene riconosciuto come elemento fondamentale della vita al fine della crescita. Madreperla è un brano estremamente introspettivo, e rappresenta il perdono verso i propri errori, in un abbraccio solitario che esprime compassione e amore verso i noi stessi di oggi e i noi bambini, rivolgendogli le parole di cui avrebbero avuto bisogno per affrontare la vita senza paura.
L’ultimo brano dell’album è infine The road is full of Unforeseen, un richiamo al disco precedente dell’autrice (Amber Haze) basato su una improvvisazione libera eseguita live. Il messaggio finale lasciato da questa canzone è il seguente: lasciarsi andare all’ignoto, anche se è spaventoso, è l’unica strada verso la felicità.

Credits

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia