Eredi Della Sconfitta

Eredi Della Sconfitta

Fronte Unico

2017 - Rap, Hip-Hop

Descrizione

Fronte Unico nasce nel Settembre 2016 da un’idea di collaborazione tra Mekis, dj, mc e producer che viene dalla musica dub (e in levare, più in generale) e Zorba, rapper bresciano di esperienza quasi ventenna- le, per formare un gruppo di militant rap con sonorità nuove e contenuti largamente condivisibili da un “fronte unico” legato agli ambienti dell’antagonismo italiano.

Eredi della Sconfitta è il loro primo lavoro e sembra nascere e crescere autonomamente. Mekis scrive i primi beat nell’Ottobre del 2016; tre mesi dopo il progetto è scritto, registrato, missato e masterizzato.
Eredi della Sconfitta può sembrare un titolo pessimista e disilluso: nulla di più lontano dal vero. Fronte Unico parte da una considerazione realista: l’antagonismo italiano del 2017 nasce dalle sconfitte di chi lo ha preceduto. Se ancora stiamo a parlare di femminismo, antifascismo, antisessismo e antirazzismo allora chi ci ha preceduto ha fallito. Ma forti di questo, possiamo continuare la lotta, ereditare la sconfitta passata di mano in mano dalla Resistenza al G8 di Genova per arrivare alla vittoria.
La titletrack che apre LP, infatti, parla proprio di questo, di chi sono le persone che ancora combatto- no per un mondo più giusto e della necessità di trasformare la sconfitta in vittoria. Figli della Resisten- za e del revisionismo storico, della strategia della tensione e della violenza di Stato che non è mai stata processata che raccolgono e fanno tesoro degli errori delle generazioni che li hanno preceduti per combat- tere ancora finché non ci sarà più sconfitta.

Queste considerazioni continuano con Dov’è finita la sinistra? il pezzo più leggero dell’album, che pone l’accento su uno dei problemi più rilevanti di queste sconfitte: una sinistra che nel parlamento italiano non esiste più, che ne è stata emarginata a tal punto che ora la destra chiama “comunisti” quelli del Partito Democratico, che di sinistra non hanno nulla, nemmeno più i colori o i simboli.
Del fatto che i governi degli ultimi anni siano lontani dalla sinistra lo testimonia anche Omicidi di Stato, una dura critica alla strategia della tensione che non si è minimamente conclusa con gli anni di piombo: uno Stato che continua ad eliminare i dissidenti e i personaggi scomodi con la violenza e la repressione lontani da un’idea di Stato democratico, che rifiuta ancora il reato di tortura e i numeri identificativi per la polizia come i peggiori governi dittatoriali. Omicidi di Stato è un lungo elenco di storie e personaggi che ci chiedono di avere giustizia. O vendetta.
Vendetta e giustizia anche per tutti gli eroi morti o incarcerati che nella storia hanno portato la rivoluzio- ne nel loro paese. L’ultimo respiro fa da testamento è un elenco di storie bellissime, purtroppo concluse nel sangue, che fanno da tramite (da testimone) per il passaggio di consegne. Se un ribelle spento passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?
Perché i tempi sono maturi per cambiare le cose. I rintocchi di una campana in lontananza ci richiamano, ci spingono a radunarci. Per chi suona la campana è una domanda legittima che è il momento di farsi.

Perché forse è una campana a morto per il sistema capitalistico e corrotto, o per questa Italia ancora irrimediabilmente cattolica e bigotta. Oppure è per ognuno di noi che suona la campana; per me, per te. Perché non è più il tempo dell’indifferenza, e la campana suona con urgenza per spingerci a schierarci. Come sulla questione dell’immigrazione e dei rifugiati. Si può essere servi di personaggi ambigui come Forza Nuova, che incolpa i migranti delle cose peggiori, come di trasmettere malattie, e di Salvini che usa le notizie pompate dai telegiornali del sistema per fare campagna elettorale, oppure si può essere persone informate e schierate dalla parte giusta. Che in questo caso non è solo giusta da un punto di vista politico, ma anche soltanto dal lato umano. Welcome Refuge- es, perché noi non abbiamo paura di più esseri umani, abbiamo paura di non essere più umani.
L’album si chiude con La metro degli esclusi (e la sua versione dub, Il dub degli esclusi): omaggiando Pierangelo Bertoli e la sua canzone “L’autobus”, ci si immerge in un viaggio onirico all’interno di una qualsiasi città, dove sulla metropolitana degli esclusi viaggiano persone abbattute e spente che cercano soltanto un po’ di fuoco per tornare a sperare. E forse l’incontro con chi li circonda può essere la scintilla in grado di ridare speranza in una lotta che ancora c’è e che ancora può trasformare gli eredi della sconfitta in vincitori.

Eredi della Sconfitta è un album di rap militante. Che non vuol dire per forza testi pesanti e per pochi; è un LP ricco di atmosfere, di storie e di personaggi: per tutti quegli sconfitti che ancora non si possono arrendere e per tutti quegli sconfitti che credono di essersi arresi.

Credits

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