Descrizione

L’idea di scrivere il brano ci è venuta guardando un servizio del TG di inizio quarantena, che riportava notizie di detenzioni in rivolta. Il brano è una riflessione profonda su un tema di drammatica attualità: l’8 marzo 2020, l'attenzione collettiva si è concentrata su un evento tragico presso la Casa Circondariale Sant'Anna, dove le fiamme e il caos hanno catturato il pubblico. Questo episodio, che si sarebbe rivelato la rivolta più sanguinosa nelle carceri italiane del dopoguerra, ha portato a 13 morti, tutte persone in custodia dello Stato. Un tragico epilogo, definito dalle indagini come overdose da farmaci rubati nell’infermeria. Questa visione, contrapposta al monotono bollettino quotidiano del COVID, ha ispirato la scrittura di Prigioni.
Nonostante possa suscitare l'idea di una protesta sociale, il brano si concentra piuttosto sulla descrizione di un presente immobilizzato, catturando la rabbia e la speranza che ne derivano.
Prigioni si presenta musicalmente come un mantra; il riff di chitarra ipnotico che apre il brano continua per tutta la sua durata, supportato da diversi groove di batteria, culminando in un finale esplosivo à la Jack White, dove il fuzz diventa protagonista.
Gli interventi di Pierpaolo Capovilla aggiungono spessore al brano e lo impreziosiscono di una voce interiore che si rivolge direttamente all'ascoltatore, accompagnandolo in un'esperienza ancora più immersiva e intensa.

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