Giovanni Salvagnini - Come noi testo lyric

TESTO

Vecchia porticina, vecchio legno, con i tuoi tarli che non scorderai
Stai come un libro ormai ingiallito senza che nessuno lo finisse mai
La corda tesa della campanella vibra ancora se la tiro
È il suono stridulo del tempo che mi risveglia intermittenze strane e piccole
Ma perché non scendi giù? Sarai tra le pieghe della tenda a riposare
O a ridipingere acquerelli come universi lontanissimi
Arance tonde e culi statici
Cerchi e sfere imperfette come noi
E la tua cagna vecchia ormai consunta, io so che si è rifatta bella in lidi esotici
E non abbaia più a quei miei passi, figli di scale prese a fiato pieno
E ripide salite su quei sogni incerti, sdrucciolevoli e bambini come noi
E poi le sere alla fortezza, luci accecanti di ricordi nel chiaroscuro dei lampioni
E tu che dici, che dici, “quanti uomini son morti qui”
Leggende mitiche di assalti a olio bollente, colato sulle grida dei cavalli
E sui nitriti alti degli uomini, prigionieri di un tempo, servitori di un altro tempo
Di un tempo altro come noi
E luna rossa, la stessa per le stelle, che hanno anni e anni ancora da narrare
Piccole rocce indietro di millenni, piccole storie erotiche da quindicenni
Radura onirica del tempo di una vita, così diversa sempre come le nostre ipocondrie
Ma così uguale adesso alle mie malinconie
E una luna, una luna così, è la stessa che neanche guardavamo
Ma illuminava al sogno le pietre grigie del tuo tufo, sbeccate poi dagli anni come noi
Io sto col sonno incastrato che non scende più giù di un po’
Di canzoni impigliate, dentro una notte di luci così, che anche un bambino ci tocca la musica
E ci si sente sempre così bene dopo avere pianto, forse perché si muore ogni volta un po’ di più
Si muore a stento e poco volentieri, proprio come sei morta tu