Johnny Mox mette in musica le grida d'aiuto dell'uomo e della natura

Esce "Spiritual Void", un album folle ed emozionante. Una singola traccia di 16 minuti, creata solo con la voce e registrata nei boschi trentini, dove l'unica parola riconoscibile è "Help"

Mi piace sempre leggere i post sui social di Johnny Mox, perché è una persona intelligente. Oggi ne ha scritto uno che mi ha colpito, annunciava il suo nuovo album, che consiste in una singola traccia di 16 minuti, creata solo con la voce e registrata nei boschi. Un'unica parola pronunciata: Help. Il disco si chiama Spiritual Void ed è davvero emozionante. È uscito accompagnato da un video, un'accozzaglia di droni presi da YouTube che sorvolano montagne, foreste e vallate (ma non solo). Prendetevi il tempo necessario per entrarci dentro e respirare. 

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Ho provato a capire quale fosse il messaggio dietro un album assolutamente singolare, un esperimento di post ambient che deve qualcosa al Philip Glass di Koyaanisqatsi, ma che presenta un'urgenza assoluta. Poi ho deciso di ascoltare direttamente le parole di Johnny Mox.

Da tempo pensavo di fare un disco costruito sulle voci e sulla coralità, che è un aspetto della musica che mi ha sempre attirato. La voce è un strumento incredibile e rivelatore. Il progetto è rimasto solo una bozza, fino a che non mi sono trovato ad attraversare un periodo particolarmente buio. L'unico rimedio che funziona con me è stare all'aria aperta. Ogni volta che ne avevo la possibilità andavo nei boschi a camminare; roba poco impegnativa, vicino casa mia a Trento. Camminare mi fa sentire bene, mette in moto il cervello, ridimensiona qualsiasi ostacolo. E così ho cominciato a inventare melodie e a registrarle con un'app del telefono che fa i loop, per creare gli incastri armonici in diretta, sul posto. Tutto il disco è stato creato in questo modo, nei boschi, senza riferimenti. Nessun lavoro sui suoni, nessun effetto, nessuno strumento: pensavo solo ed esclusivamente alla melodie. Credo di aver spaventato più di un escursionista, mentre mi aggiravo come un pazzo sui sentieri, cantando.

Ma quanto è durato il processo creativo e produttivo?

In un paio di settimane ho messo tutti gli spunti melodici nella stessa tonalità e cominciato a registrare tutto quanto non più sull'app, ma sul computer. In principio tutti i cori erano costituiti da semplici lallazioni vocali, ma poi, a risentire bene alcuni parti, sembrava stessi pronunciando distintamente una parola: "Help"; guarda caso esattamente quello che stavo cercando.Da lì ho pensato potesse essere interessante realizzare una suite utilizzando quel frammento di testo ripetuto all'infinito, fino a dissolversi."Help" è il grido di una persona che ha smarrito la propria voce e ha bisogno di ritrovarla negli altri, nel "coro", sentendosi parte di qualcosa. "Help" è anche il grido della natura ferita, impassibile, crudele e per questo sempre di una bellezza mozzafiato.

L'album uscirà presto anche sulle piattaforme di streaming. Se non la conoscete, leggete la storia di Stregoni, il collettivo creato da Johnny Mox coi migranti dei centri d'accoglienza.

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L'articolo Johnny Mox mette in musica le grida d'aiuto dell'uomo e della natura di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-11-12 15:03:00

Tag: album

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