I Post Nebbia sono il Post Covid

14 domande sul futuro alla vera band del futuro

I Post Nebbia (non ancora del tutto diradata)
I Post Nebbia (non ancora del tutto diradata)

Avevamo parlato di Post Nebbia appena qualche mese fa, a inizio quarantena: in quell’occasione era uscito in anteprima il loro nuovo singolo, Televendite di quadri, che anticipava il secondo disco del gruppo. Nei primi giorni di maggio è uscito il secondo estratto dal nuovo album, Vietnam, accompagnato da un bizzarro videoclip, dove si vedono pillole e banconote cadere in primo piano, mentre scene di esplosioni aeree passano sullo sfondo. I Post Nebbia sono un progetto lo-fi psichedelico di quattro giovanissimi di Padova, fondato da Carlo Corbellini, classe '99. 

Avevano pubblicato il loro primo lavoro autoprodotto nel 2018, Prima stagione. Un esordio che ci aveva fatto ben sperare, tanto da inserirli tra gli artisti su cui puntare in questo 2020. In una scena floridissima, quella della città veneta, pur con la loro giovane età oggi spiccano per cura del suono, identità e pure un po' di visionarietà. Insomma, secondo noi sono una delle prossime "grandi cose" della musica italiana. 

Anche perché il futuro, per chi ha appena vent’anni, è per definizione da costruire, e dopo mesi passati prigionieri in casa "la voglia di futuro" ha un sapore ancora più intenso. Da qui siamo partiti per un'intervista tutta rivolta a quello che succederà dopo con i Post Nebbia, i musicisti del futuro. A rispondere è Carlo Corbellini.

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Cosa viene dopo la nebbia?

Dopo la nebbia c’è sempre un momento di epifania e di rivelazione, che è quello che noi vogliamo esprimere con la nostra musica. Il significato del nostro nome vuole in parte rimandare a questo.

Dopo Padova cosa c'è nella tua vita?

Un giorno vorrei trovarmi altrove. In Italia ti direi Milano, ma anche all’estero non sarebbe male, anche se non so bene dove di preciso. Con la musica si può pensare di superare i confini nazionali e riuscirci sarebbe un gran risultato.

Dopo la quarantena?

L’alcol. È quello che ci vuole per riprendersi.

E dopo le televendite di quadri cosa arriva?

Il programma con la zozza e i numeri da chiamare, su quei canali delle tv locali di bassa lega.

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Dopo Zizek?

Se parliamo della nostra canzone, allora Streaming, che è quella successiva. Invece se si intende proprio Slavoj Zizek, dopo di lui c’è Diego Fusaro.

Dopo il primo disco?

Le collaborazioni. Sto cercando di fare qualche produzione assieme ad altri musicisti, ma non posso dire ancora dire nulla di più.

Dopo i Tame Impala, chi riempie le tue playlist?

Loro sono il mio gruppo preferito, ma in questo periodo ascolto tantissimo i Calibro 35, Madlib e Piero Umiliani.

Dopo l’università?

Studio lettere moderne a Padova, ma per me dopo vorrei ci fosse solo la musica.

Dopo lo streaming cosa ci sarà nella musica?

Ti direi qualcosa di superdigitale, credo che con il tempo la musica sarà ancora meno fisica di quanto lo sia adesso. Invece, se la questione sono le dirette social di questi mesi, penso che dopo ci saranno di nuovo i concerti. L’unica soluzione per la musica dal vivo sono i live con la gente appiccicata, è quello che tiene insieme quello che facciamo.

E dopo Tik Tok?

La morte dell'Occidente.

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Dopo la rivoluzione?

Il terrore.

Dopo i beat, torneranno le chitarre?

Io con i beat ci metterei il jazz, per qualcosa di un po’ più black.

Dopo la morte?

Per me il nulla, sarò poco poetico ma è così.

Dopo i Post Nebbia?

Per ora c’è questo e non riesco a pensare a qualcos’altro dopo, quindi rispondo così: i Pre Sabbia.

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L'articolo I Post Nebbia sono il Post Covid di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2020-06-08 13:06:00

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