Il ritorno dei Tupamaros e della guerriglia musicale d’autore

Che effetto fa tornare dopo 19 anni? Provate a chiederlo alla band emiliana, che ha fatto la storia del folk rock '90, e che ha deciso di fare un disco dopo un'interminabile silenzio e un dolorosissimo lutto. Grazie anche a un crowdfunding (che se volete potete tranquillamente chiamare colletta)

Francesco Grillenzoni e Stefano Garuti, dei Tupamaros - foto di Matteo Buzzi
Francesco Grillenzoni e Stefano Garuti, dei Tupamaros - foto di Matteo Buzzi

Tornano i Tupamaros dopo 19 anni di silenzio. Storica band di folk rock di Carpi (MO) molto attiva tra il 1995 e il 2004, ha inciso tre album, fatto oltre 500 concerti fra Italia ed Europa e ha collaborato con i Modena City Ramblers, YoYo Mundi, Gang, Inti Illimani e altri artisti. Dopo la morte del bassista Marco Sghedoni, la band aveva interrotto la sua attività senza sciogliersi ufficialmente. È ripartita negli ultimi anni con sporadici concerti e soprattutto con l’attività nel campo del teatro-canzone e dell’history telling.

Con testi sempre attenti alle tematiche sociali, i Tupamaros definiscono la loro una "musica resistente". Oggi sono Francesco "Grillo" Grillenzoni (voce e chitarra), Stefano Faruti (fisarmonica e tastiere), Massimiliano Frignani (chitarre), Luca Verri (basso) e Simone Forghieri (batteria e percussioni).

Tupamaros in concerto - foto di Matteo Buzzi
Tupamaros in concerto - foto di Matteo Buzzi

Tornano in studio per registrare il nuovo disco Senza paura, affidandosi al crowdfunding del pubblico per finanziarlo: "Forse, realizzare un album in un periodo come questo è cosa da pazzi, con negozi di dischi che chiudono, locali che forse non riaprono, nel bel mezzo di una pandemia mondiale. Ma la musica serve a coltivare sogni e speranze", dice Grillo, cantante e leader del gruppo.

E continua: "Certo, le difficoltà ci sono, ed è per questo che abbiamo deciso di affidarci alla 'cassa comune' del nostro pubblico. Abbiamo attivato una campagna di crowdfunding sul sito web www.tupamaros.it con tante ricompense per chi ci sosterrà: il CD col proprio nome, magliette, il nostro libro uscito lo scorso anno, fino a concerti esclusiva nelle proprie case”.

Restare indipendenti e farsi finanziare dal pubblico è stata una scelta ponderata: "Ci siamo avvicinati al crowdfunding con molto timore. Erano quasi 20 anni che non facevamo uscire un album, per questo abbiamo scelto di puntare a una cifra abbordabile che ci permettesse allo stesso tempo di coprire i costi: 3500 euro", spiega Grillo.

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Dopo appena una settimana, l’iniziativa della band ha raggiunto oltre il 70% dell’obiettivo. Ora, dopo 21 giorni, sono a un passo dai 5000 euro, con ben 130 coproduttori e con altri due di mesi di raccolta davanti: "Siamo talmente felici che abbiamo pensato di regalare un CD singolo a tutti i coproduttori, una volta raggiunta la cifra dei 5000. Vedremo dove riusciremo ad arrivare! Siamo molto curiosi, a questo punto", dicono i Tupamaros.

Che poi, oggi si chiama crowdfunding, ma è una vita che si fa colletta in musica. Loro preferiscono chiamarla "cassa comune", ma aldilà del nome è davvero un modo di operare che la band sente sua, ben prima di questo 2021: "Nonostante avessimo un’etichetta discografia tra i '90 e i primi del 2000 (la mitica Gridalo Forte Records), per tutte le spese che dovevamo sostenere ci appoggiavamo ad una Mutua Autogestione di Reggio Emilia, che si chiamava e si chiama tuttora MAG6", racconta Grillo.

Luca Verri dei Tupamaros - foto di Matteo Buzzi
Luca Verri dei Tupamaros - foto di Matteo Buzzi

"L’idea di usare il denaro in maniera etica, evitando banche e coinvolgendo il più possibile la 'nostra comunità' (non mi piace per niente chiamarlo pubblico e tanto meno fan), è una cosa che sentiamo da sempre come prioritaria", continua. Oggi è molto più semplice realizzare questo processo, e ai nuovi mezzi a disposizione ti permettono di essere ancora più liberi: "Per finanziare il quarto disco in arrivo, abbiamo scelto di non appoggiarci a nessuna piattaforma di crowdfunding, ma di realizzarla direttamente sul loro sito, grazie a un mago del computer come Stefano Garuti".

Dopo quasi 20 anni si ritorna in studio, e il nuovo disco Senza paura è quasi pronto: "Nonostante questo periodo tremendo ci impedisca gli spostamenti, c’è la tecnologia ad aiutarci e molte cose riusciamo a farle a distanza", dice Grillo. Certo, alcuni passaggi avranno bisogno di tempo, per esempio le voci dovranno essere registrate in studio e, quindi, toccherà aspettare un allentamento delle misure: "Ma siamo molto fiduciosi. Riusciremo a rispettare la scadenza di uscita che abbiamo previsto per fine giugno", dice.

Tornare in studio dopo tanto tempo è meraviglioso: poter lavorare sulla preproduzione dei brani, sentirli crescere e vedere che il disco prende forma giorno dopo giorno è una sensazione splendida, che mancava. "L’avevamo un po' dimenticata, ma abbiamo fatto in fretta a 'riprendere il vizio'", scherza Grillo, "e nonostante il futuro non sia scritto (come diceva Joe Strummer), non credo che passeranno altri 19 anni per fare uscire il prossimo".

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Senza paura è anche un singolo, uscito nel 2019. Una delle tracce all'interno del disco. La più importante, forse, scritta pensando a Marco Sghedoni, il bassista e fondatore con Grillo e Stefano dei Tupamaros, scomparso nel 2004. "Sarà un disco 'onesto'", anticipano i Tupamaros. Stracolmo di cose da dire, tutte quelle non dette in questi quasi 20 anni di silenzio, e forse anche di più. Non sarà un disco di selvaggio combat folk, e non potrebbe essere altrimenti: "Sono passati tanti anni, siamo cresciuti, e a dire il vero anche nei vecchi dischi eravamo più vicini a certa canzone d’autore che al combat folk più punkeggiante", dice Grillo.

Come sempre, i Tupamaros hanno dato molta importanza ai testi e hanno evitato, per quanto possibile, i facili slogan. Saranno 11 canzoni e i temi saranno ovviamente connessi all mondo che stiamo vivendo e ci circonda: "Nel disco ci sono un paio di canzoni che riguardano il tema dei migranti (Adesso che sono qua, e I resti del cuore). Altre toccano il tema della condizione femminile, scritte per il nostro spettacolo su Alfonsina Strada (Sarai quel che vorrei e Una donna una bici). Alcune sono, invece, uno sguardo non troppo compiacente sulla società attuale (Uomo Tranquillo e Giorno Perfetto)".

Francesco Grillenzoni dei Tupamaros
Francesco Grillenzoni dei Tupamaros

La tracklist non è ancora definitiva, ma Senza paura dovrebbe chiudersi con Carceri Speciali. Una canzone che Grillo ha scritto pensando all’arresto di Dana Lauriola (attivista NoTav) e che, purtroppo, ben si presta a tante altre situazioni (vedi l’ingiusta carcerazione di Patrick Zaki).

Con la produzione artistica di Arcangelo KABA Cavazzuti (già produttore di Sogni da Coltivare e ancor prima, di Non è cambiato niente), nel disco ci saranno un sacco di ospiti: "Siamo felici che per questa nostra ripartenza tanti amici abbiano deciso di darci una mano", dichiara la band. Ci saranno Marino Severini (Gang), Cisco, Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi) La Banda Rulli Frulli, Gianluca Spirito (Modena City Ramblers e Ned Ludd), Luca Taddia e tanti altri artisti che stanno confermando la loro presenza in questi giorni.

Anche la veste grafica del disco sarà una goduria. Il packaging sarà molto diverso da quello di un normale CD: tutto in cartone riciclato e senza nemmeno un pezzettino di plastica. La stampa della copertina e del libretto sarà su carta certificata FSC: "Nel nostro piccolo proviamo anche noi a dare un segnale. Ho deciso sfruttare i miei 10 anni di graphic designer per poter offrire ai nostri coproduttori un prodotto speciale, e siamo molto felici del risultato. Non vediamo l’ora di farvelo ascoltare", dice Grillo.

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L'articolo Il ritorno dei Tupamaros e della guerriglia musicale d’autore di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-12 14:15:00

Tag: album

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