Venezia è un monumento e ØKRA lo distruggerà

Marcello e Nicolò vengono da Mestre e mischiano al rock elettronico basi hip hop e tastiere malinconiche. Sono i giovani capofila di un progetto musicale dirompente, che con “Immagini Dal Pianeta Terra” inizia la sua "lotta" alla cultura di una città magnifica, ma sempre uguale a se stessa

Nicolò e Marcello degli ØKRA - foto di Maria Clara Fabris
Nicolò e Marcello degli ØKRA - foto di Maria Clara Fabris

"Con Økra vogliamo creare una rete tra i giovani artisti della zona e i featuring hanno lo scopo di far conoscere artisti bravissimi, ma sconosciuti. Sono una cassa di risonanza per ognuno: in questo modo ci aiutiamo a vicenda e amplifichiamo gli ascolti", spiega Marcello Della Puppa, videomaker e grafico, batterista di RareșDenoise. E voce, chitarra, batteria, synth e basso del progetto che vuole dare forma e spazio a un sottobosco musicale-artistico che a Venezia non ha ancora una vera e propria forma: "Qui non esiste una scena musicale florida: tutti fanno musica per conto loro, non c’è una collaborazione tra artisti e sono pochi quelli che riescono a uscire allo scoperto. Devi costruire tutto tu, da zero, con le tue forze. Økra è un modo per non farcela da soli, ma tutti insieme", continua Tobia Della Puppa aka Novecento, che ha prodotto le nove tracce di Immagini Dal Pianeta Terra, primo disco del progetto veneto, per produzioni Atlante.

BURI, Rareș, Mezura, Queen of Saba, DALLA LIBERA, Leone e Trizio sono i locals che partecipano al progetto, chiamati a interpretare le canzoni raccolte in Immagini Dal Pianeta Terra. Canzoni già scritte e musicate da Marcello e Nicolò Bertaglia, amico e chitarrista dei Cedes Crush, che ha suonato tutte le chitarre del disco e che insieme al cantante da' un volto a Økra.

Marcello e Tobia, invece, sono fratelli. Classe rispettivamente ’98 e ’95, vivono a Mestre dove hanno tutte le strumentazioni per registrare e dove hanno, durante la quarantena di marzo, prodotto e chiuso il disco. Anche il fratello più piccolo suona: "Siamo una famiglia di musicisti", sorride Tobia, e continua: "Io cerco di fare il produttore: produco e collaboro con altri amici, ma sono anche il cantante dei Denoise".

Marcello e Nicolò - ØKRA - foto di Maria Clara Fabris
Marcello e Nicolò - ØKRA - foto di Maria Clara Fabris

Il progetto Økra – il cui nome riprende il colore preferito di Marcello e un brano di Tyler, The creator, con l’aptang iniziale per una questione puramente estetica – è per il cantante anche un pretesto per  uscire dalla comfort zone di batterista, sperimentare qualcosa di diverso e mettersi alla prova. Il risultato è un alternative rock e un rock elettronico che ricorda i Death Cab for Cutie e Awolnation, diventato virale con Sail, ma che in realtà ha una discografia diversificata che tocca generi differenti.

Tra le influenze italiane, Levante o i Gazebo Penguins, nonché i già citati Rareș, Denoise e Cedes Crush, i progetti che i ragazzi portano avanti in parallelo a Økra. "E in generale la musica che amiamo, quella con cui siamo cresciuti", dice Marcello, e Tobia continua: "I riferimenti sonori per ogni canzone sono molti e prendiamo spunto da altri artisti. Siamo citazionisti spudorati e abbiamo cercato di riprodurre ad esempio Feels Like Summer di Childish Gambino o Post Malone".

ØKRA - foto di Maria Clara Fabris
ØKRA - foto di Maria Clara Fabris

Bisogna sempre avere chiara l’identità di un progetto e prima di tirare fuori un disco, il mondo all’interno del quale muoversi deve essere già disegnato e devono già essere date delle coordinate precise. Nel caso di Økra, di fatto un duo e non una band, l’unica era assemblare come in un puzzle diversi pezzi e vedere cosa ne usciva fuori: "Abbiamo preso un po’ da tutte le parti per creare una base di suoni che potesse soddisfare i nostri gusti. Il risultato è un mix di suoni: qua e là si sentono percussioni elettroniche, basi più hip hop o tastiere malinconiche, suoni leggeri più acustici, ma anche più aggressivi", dice Tobia, e Marcello aggiunge: "Abbiamo cercato di mantenere una linea elettronica in modo, però, che i pezzi rimanessero legati a un sound più 'classico' e integrando, quindi, l’elettronica con la chitarra e il pianoforte".

Marcello ha scritto le canzoni di Immagini Dal Pianeta Terra nel corso degli anni: "Sono tutti pezzi molto diversi fra loro, perchè si ricollegano a periodi della mia vita differenti. Questi pezzi riportano alla luce situazioni vissute che mi hanno fatto crescere in un modo o nell’altro e che si sono ribaltate negli anni, perché le cose cambiano e cambiano gli ambienti e le persone che si frequentano", dice il cantante degli Økra, e continua: "Queste canzoni sono delle Immagini che ho fotografato nel tempo e messo da parte. Sono dei puntini che ho fissato nella timeline della mia vita e tirato fuori sotto-forma di musica, lasciando che anche altri artisti interpretassero per me".

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Le nove tracce nascono dai testi di Marcello e dalla chitarra di Nicolò, ma vengono colorate e arricchite successivamente. In base al sentimento del momento e in base alle capacità vocali e al background degli artisti chiamati a collaborare a questo progetto: "Gli interpreti che abbiamo buttato dentro questo nostro primo disco sono artisti locali non famosi, ma eccezionali, che abbiamo conosciuto nel tempo, anche durante il tour con Rareș”, dice Marcello.

E che gravitano intorno ad Argo16, un locale a Marghera (VE) che organizza dal 2017 Voci Sparse, un'iniziativa – per cui Marcello collabora come grafico – che permette ad artisti emergenti di suonare in un posto grande e professionale, su uno stage tecnicamente perfetto dal punto di vista del sound, dando la possibilità a chiunque di farsi conoscere: "Con Voci Sparse abbiamo conosciuto tantissimi artisti diversi e tantissime persone. Da questi incontri è nata l’idea per Økra, un progetto musicale in cui far convergere tanti artisti diversi, con le loro personalità, i loro stili. È stato stimolante", dice Marcello.

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Fino a qualche anno fa il nome di Argo16 era SpazioAereo, uno spazio culturale e aggregativo no-profit e indipendente che esiste e resiste grazie al volontariato e al sostegno dei soci e degli artisti. Uno dei pochi della zona in grado di creare aggregazione giovanile e che organizza eventi e concerti per dare voce anche alle piccole realtà.

Un lavoro controcorrente quello del locale di Marghera, dato che a Venezia e dintorni la priorità è la cultura ufficiale a discapito di quella underground: "Il sindaco Luigi Brugnaro è un sindaco di destra. Un grande un imprenditore che ha assunto la carica di assessore alla Cultura per il secondo mandato, quest’anno. Ma è assolutamente un incapace. Non è vicino alle esigenze culturali dei giovani ed è questo il problema: manca una figura politica che spinga e promuova iniziative ed eventi vicini a quello che facciamo e vogliamo noi", spiega Tobia.

I concerti vengono percepiti come qualcosa che imbratta un monumento perfetto e splendente: Venezia, una città legata al suo magnifico passato e da cui passano e si concentrano tutti i soldi della zona: "La città ha dei costi folli e gestire possibili eventi in maniera indipendente è una scelta rischiosa, perché non c’è alcun tipo di aiuto da parte dell’amministrazione. Venezia è più un monumento che una città: si fa di tutto per non sporcarla. Le espressioni artistiche più contemporanee e underground e la musica 'di adesso' sono forzatamente lasciate indietro, sacrificate sull’altare della musica e della cultura ufficiale. Anche i musei e le gallerie di arte lasciano da parte i movimenti che rappresentano noi giovani", dice Marcello.

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L’altro problema è la non comunicazione tra Mestre e Venezia. In poche parole, i veneziani non si muovono dalla laguna e i mestrini vanno poco a Venezia: "Noi siamo di Mestre e se organizzassimo un concerto a Marghera, i veneziani non verrebbero. Sono dinamiche complesse da risolvere e il problema dei costi nella zona continua a far chiudere i piccoli club e i localetti. Nonostante ci siano delle idee pazzesche dietro e propongano delle iniziative meravigliose, queste piccole realtà non riescono ad andare avanti. Per non parlare degli ultimi tempi", commenta Marcello.

C’è Voci Sparse di Argo 16 e c’è il Rivolta, che però ultimamente sta privilegiando i grandi concerti e i grandi nomi. Per il resto sono nati e morti posti continuamente: "La cosa bella, però, è che sta nascendo un’unione tra tutti gli artisti della zona, giovani amici e non, che suonano come noi. Sta fiorendo uno spirito di collaborazione, un animo propositivo che prima non c’era. Cominciano a intravedersi degli spiragli di luce e Økra potrebbe essere il simbolo di questo processo, nato dall’unione tra gli artisti della zona", dicono i fratelli.

Marcello e Nicolò - ØKRA - foto di Maria Clara Fabris
Marcello e Nicolò - ØKRA - foto di Maria Clara Fabris

Un progetto luminoso, che si fa forte e si arricchisce dell’incontro di vari mondi messi insieme. Grazie alle influenze cui i ragazzi hanno attinto e grazie alle varie personalità degli interpreti che vi hanno collaborato, il disco di debutto Immagini Dal Pianeta Terra è un disco potente perchè eterogeneo. Ciò che verrà dopo, ancora non si conosce: "Avevamo un tour programmato con Rareș che doveva partire a breve per promuovere il disco, ma niente", dice Marcello, e Tobia continua: "Per come stanno continuando a mettersi le cose, fare il musicista sta diventando un hobby. È insopportabile e insostenibile, perché la faccenda di stare a casa e vendere i dischi non funziona più. Dobbiamo fare i concerti, così non ce la facciamo più".

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L'articolo Venezia è un monumento e ØKRA lo distruggerà di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-11-03 15:00:00

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