Descrizione

Carapace è il terzo album di inediti della band catanese Ipercussonici, uno dei gruppi più amati al Womad.
Come il carapace della tartaruga – il disegno sul suo guscio - questo disco è un insieme di linguaggi e culture musicali provenienti da diverse parti del mondo, che uniti formano una trama solida e compatta. Qui la musica è la parola comune attraverso cui preservare la terra violata e le culture più antiche, oltre che uno scudo contro tutte le mafie (unica cover del disco è Quannu moru della straordinaria Rosa Balistreri).
Questi temi hanno sempre caratterizzato la poetica e l’impegno civile de Ipercussonici: una delle tracce dell'album, Mururoa, è stata utilizzata anni fa da Greenpeace per la campagna di sensibilizzazione contro la reintroduzione del nucleare in Italia, mentre Festambiente – il maggiore festival musicale ambientalista in Italia - li ha voluti ospiti sul palco della prima edizione romana della manifestazione.
Carapace è un album composto da undici tracce suonate da tantissimi strumenti di diverse nazionalità: il marranzano siciliano, il didjeridoo australiano, i tamburi africani, il basso elettrico e la kora suonata dal virtuoso senegalese Jali Diabate. Un lavoro ricco di partecipazioni, un road album registrato in giro per il mondo lì dove si parlano le lingue e si raccontano le storie contenute nel disco. C'è la terra, c'è il blues ed il ballo, una dance etnica unica, la loro.
In Carapace c'è spazio per il Siciliano e l'Italiano ma anche per il Sousou della Guinea, il Malinkè del Mali e l'arabo di Ramzi Harrabi, poeta Tunisino-Siracusano.
La contaminazione culturale è il propellente necessario – ed efficace - per arrivare oltre i confini nazionali. Dopo essere stati presentati come “The Adventurous New Sound Of Sicily” al Womad di Peter Gabriel, nel maggio 2013 Ipercussoni hanno ricevuto dal Womad stesso l’incarico di una residenza artistica a Malta finalizzata alla realizzazione di una parata musicale con artisti provenienti da tutto il mondo, nel riconoscimento non solo del loro spessore artistico ma anche della valenza didattica e formativa del loro lavoro.

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