L'ineluttabile paradosso di Cassiopea [Studio version 2012]

L'ineluttabile paradosso di Cassiopea [Studio version 2012]

Laventunesimafobia

2012 - Indie, Elettronica

Descrizione

Non è un déjà vu. Dopo aver presentato il demo, nel 2010, con lo stesso titolo, Laventunesimafobia ha confezionato l'ultimo definitivo lavoro: "L'ineluttabile paradosso di Cassiopea". Registrato presso il "Dark Label Studio" (Castelbuono) dal settembre 2011 al febbraio 2012, si differenzia notevolmente dalla precedente Demo a partire dalla tracklist, che contiene alcuni brani già presenti nella precedente versione, reinterpretati, ma anche nuovi arrangiamenti.

Chi è Cassiopea?

Cassiopea si considerava la più bella di tutte le Nereidi, ma la sua egoistica vanità le costò l'inevitabile sacrificio della figlia. Cassiopea è anche la magica tartaruga dalle straordinarie capacità che con calma e lentezza portò la piccola Momo in salvo dalla inquinata frenesia della società moderna, quella di chi ha divorato il proprio tempo e quello degli altri.
Sin dai tempi delle più antiche civiltà, la tartaruga è stata vista come uno dei più importanti simboli: essa è l'umanità, è il cielo e la terra, è il cosmo e tutto l'universo, è la longevità e la lentezza tipica del saggio, di chi pensa prima di agire. E' il punto di partenza dell'evoluzione, il ritorno allo stato primordiale.
Ma se la tartaruga è l'umanità in generale allora, oggi, deve per forza essere inciampata in uno dei più grandi paradossi, poiché nulla di tutto quello che era vive più in lei. Anzi, lei è, e continua a voler essere, quello che non vorrebbe in realtà essere. La tartaruga ha fretta e non vede, non pensa e fa sempre la scelta sbagliata. Non sente neanche il suo battito. Continua a farsi del male masochisticamente. Ha paura di decidere e, non facendolo, accetta ciò che le viene dato. Si accontenta. Ma vuole di più. Accetta di vivere in un grande e solido paradosso: il paradosso in cui più si possiede, più ci si sente poveri, più si è liberi, più ci si sente in prigione, più ci si mostra felici, più l'infelicità divora da dentro.
Cassiopea è il bene ma anche il male. E' entrambe le cose, contemporaneamente.
Quello che Cassiopea non dice, però, è che, in realtà, il paradosso si nutre di lei ma anche lei del suo paradosso: può darsi che lei sbagli per dare l'esempio, magari si nasconde perché ci sia qualcosa da cercare. Probabilmente non parla più perché il silenzio porti a trovare il bisogno di parlare. Forse lei muore, continuamente, perché, continuamente, ci sia qualcuno che la faccia resuscitare.

Credits

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