La vertigine di un'Idea (Suite for Iranian Women)

La vertigine di un'Idea (Suite for Iranian Women)

Leonardo Gallato

2023 - Cantautoriale, Folk

Descrizione

"La vertigine di un'Idea (Suite for Iranian Women)" è un brano, come dice il titolo stesso, dedicato alla lotta che ha visto (e che vede) come protagoniste le donne iraniane. Scritto e composto da Leonardo Gallato (prodotto da Bruno Tomasello) nel brano si intrecciano, con grazia e fierezza allo stesso tempo, le voci di Ella Nadì, Fausia, Liana Marino, Vea e Rossana de Pace.
L'idea di un brano, in italiano, a sostegno della lotta delle donne iraniane arriva proprio dall'Iran. Leonardo Gallato è da alcuni anni in contatto con un collettivo di artisti (Ghetto Kids – in farsi “Bachehaye Amagh”) con il quale ha già collaborato in passato, prestando anonimamente la sua voce in alcune registrazioni che hanno accompagnato i video delle rivolte del popolo iraniano di questi anni (diventati virali, in Iran, su Instagram e Telegram). Il testo stesso de La vertigine di un'Idea è una rielaborazione in italiano di alcuni brani del collettivo, scritti dal poeta E. (che lasciamo nell'anonimato per ragioni di sicurezza). Le voci che sentite in questa suite sono allora voci che arrivano direttamente dall'Iran. E a metà del brano è proprio il poeta E. a prendere la parola, recitando un altro suo componimento (di cui si riporta, nel testo qui sotto, la traduzione in inglese), accompagnato melodicamente della dilruba di Renata Frana.
La lotta delle donne in Iran non è solo una reazione al fondamentalismo religioso, come nel nostro Occidente si vuole far credere: c'è anche un enorme malcontento per le scelte neoliberali del governo, che scimmiotta le economie occidentali, rendendo la vita infernale ai più (in un sistema già fortemente discriminatorio). Le rivolte in Iran si susseguono da anni, ormai, e sono sempre state stroncate, ovviamente, nel sangue. Questa volta le donne, una delle parti in teoria più deboli dello sfibrato tessuto sociale iraniano, non solo stanno rivendicando il loro diritto alla libertà personale, ma hanno assunto il ruolo di leader, generando un movimento unificatore, in cui far confluire tutti gli altri. Le donne, in altre parole, con i loro corpi, si stanno immolando come vero simbolo della libertà, non solo per sé stesse: per tutti. Sono loro la nuova bandiera della libertà.
La copertina del brano (postprodotta da Federica Sessa) è di per sé eloquente: una foto in scarsa qualità (perché rubata con un telefono e condivisa migliaia di volte sui social) ci mostra una donna a volto scoperto, di spalle, mentre schernisce agenti di polizia in assetto antisommossa, facendo loro il simbolo della vittoria.

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