Biografia Lolita Terrorist Sounds

LOLITA TERRORIST SOUNDS (L.T.S) è un progetto nato dalla volontà artistica di Maurizio Vitale, musicista napoletano già da qualche anno sulla scena underground Italiana con progetti e illustri collaborazioni live e studio che solcano disparati generi musicali. La natura di L.T.S porta l’ideatore ad interagire, sia nella fase studio che in quella live, con ospiti sempre differenti che consentono la nascita di spettacoli dalle peculiarità irripetibili oltre che la completa assenza di freni creativi. Breve presentazione: Lolita è: raccoglitore di suoni, suggestioni, sensazioni epidermiche, flash, viaggi della mente, letteratura, linguaggi parlati, quotidianità, alienazioni, immaginari metropolitani ed industriali, cantieri, Neapolis come Berlino - città di più strati e vite -. Lolita: abbatte le strutture del linguaggio comune, fa propri i dogmi dettati dal movimento Futurista italiano all’inizio del secolo scorso pensando che gli strumenti musicali siano infiniti e che possano essere usati in maniera non conforme ai dettami perpetrati dalle accademie e dai conservatori; cercando suoni anche nelle impervie vie offerte dalla natura tra latrati, rantoli, grida, gemiti, ululati umani e animali; seguendo le sinfonie dei rumori metropolitani delle orchestre delle industrie e dei cantieri; credendo che in una società post industriale, ostaggio del digitale, il ritorno alla purezza della musica e delle forme del suo ascolto abbia un ruolo emozionale. Lolita: non vuole rimanere ostaggio dei vincoli musicali dettati dalle mode, della necessità di comporre musica seguendo impianti tonali e strutture ritmiche tradizionali, di auto-definizioni. Non mira ad essere annoverata come musica esclusivamente rumorista. Lolita si propone di essere rumorosa, dissonante, atonale, disarmonica e irridente della melodia così come melodiosa, tonale, armonica quando è necessario. Il disco: RUDIMENTS AND BASES FOR THE NEW MILLENNIUM RUDIMENTI E BASI DEL NUOVO MILLENNIO E’ un viaggio musicale tra la Napoli della prima decade del secolo XXI e la nuova Berlino del post ‘89. Un denso flusso di scambi fra due città legate dal doppio filo del disagio storico e sociale, della ricostruzione urbanistica in continuo divenire. Due punti della immaginaria retta di separazione (o giuntura) delle sponde del Mediterraneo e del cuore dell’Europa che va ad Est. Legame intimo ma dalle forme differenti e asimmetriche che spaziano da una Bagnoli mai rinata dalla cenere dell’altoforno alla sutura delle ferite del suolo della Potsdamer Platz, dalle litanie popolari refrattarie all’azione del moderno, al post moderno che diviene teatro di incontro multietnico. Differenze di due città distanti che trovano la sintesi nell’andare metropolitano colmo di senso d’angoscia, alienazioni individuali e paesaggi dai richiami apocalittici. Legate da incubi metropolitani, come le lacerazioni ideologiche, le narcotiche notti insonni e i viaggi mentali della capitale tedesca o come le montagne di rifiuti che ricoprono il paesaggio urbano e le chiacchiere da salotto incapaci di cogliere le dinamiche mutevoli del disagio napoletano. 1- Sun rising in east Berlin and going down in west Naples/ Il sole sorge a Berlino Est e tramonta a Napoli Ovest: i raggi che nascono nel cuore di quell’Est artificialmente creato, tracciato, segnato dalla mano dell’uomo con un muro sul quale si è scontrata la desolazione di un popolo. Gli stessi raggi che muoiono sui tetri squarci della periferia ovest di Napoli e sul paesaggio violentato da quelli che furono impianti industriali, paravento della Napoli più depressa. 2- Naples is burning (Tonight)/Napoli brucia (stanotte): bagliori incandescenti, un inferno metropolitano proveniente dalla combustione delle montagne di spazzatura a cui piromani dilettanti davano fuoco e che a lungo hanno arso in strade che sembrano esser terra di nessuno. La degenerazione tra coltri di fumo nero e tossico. 3- Italsider’s ruins / Le rovine dell’Italsider:. Tutto quello che resta dell’Italsider, quello che era uno dei poli industriali più importanti d’Italia, sono desolate rovine industriali. Il suolo è lacerato dai lavori di una bonifica mai terminata, forse mai iniziata, che cercano di dare nuova identità ad un terreno ormai ostaggio di scorie e metalli allo stato originario. Tanti progetti, tante possibilità. In passato zona termale per i Romani, oggi esempio suggestivo e impressionante del cambiamento che la terra può subire per mano dell’uomo. Forse il punto di unione più intimo tra Napoli e la Potsdamer Platz di Berlino invano cercata dal vecchio Homer negli anni della divisione nel celebre film di Wim Wenders “Il cielo sopra Berlino”. Quella che tra 20 anni potrebbe diventare la ricerca dei vecchi napoletani di un passato industriale, urbanistico e culturale che non esiterà più. 4- Metropolitan Hoodoo/ Hoodoo metropolitano: l’Hoodoo è considerato una variante più moderna del Voodoo, forma di magia di origine afro-americana radicata tra le popolazioni del sud degli Stati Uniti ma oggi molto diffusa nel quotidiano dell’uomo occidentale. Magia basata su rituali che consentono l’accesso a forze sovrannaturali quali l’amore, il denaro, il lavoro, la salute e altri aspetti della quotidianità. Il brano vuole essere un accento su uno degli aspetti più suggestivi di Napoli e della napoletanità: il sincretismo tra sacro e profano, tra moderno e tradizione e il tramando generazionale di riti che risultano essere ancora vivi nella cultura della metropoli partenopea.

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