Uncertain, texas

Uncertain, texas

Lorenzo Bertocchini & The Apple Pirates

2009 - Rock'n'roll, Folk, Country

Descrizione

Narra la leggenda che un giorno uno stregone Caddo, stanco del ritmico rullare delle percussioni degli uomini della tribù, profetizzò l'arrivo di visi pallidi con canzoni che avrebbero mescolato vari generi musicali dei bianchi e dei neri chiamando il tutto folk'n'fun.
Mi sono inventato tutto, ma nella zona dov'era stanziata questa tribù (confine tra Texas e Louisiana) un lago porta il loro nome, e sulla sua sponda occidentale c'è appunto Uncertain, Texas.
Cosa accomuna Varese e Uncertain, a parte il lago? Incertezza…
Sta di fatto che Lorenzo Bertocchini & The Apple Pirates sono tornati (a undici anni dal mitico Greatest Hits) sulla giostra del rock'n'roll, accostandosi così agli altri "Italiani del Jersey" Miami & The Groovers: come loro, secondo disco e giostra in copertina; cosa curiosa che mostra una comunanza di intenti, di gusti, di passioni non indifferente.
Questo viaggio degli Apple Pirates si insinua fin nel cuore degli U.S.A., partendo proprio dal New Jersey dell'amato Springsteen: Everybody è già ritmo e sudore, il sax di Dario Paini che si alterna all'armonica del leader. Last Clean Shirt, incentrata sul concetto sessodrogarockandroll, è uno dei punti più alti dell'intero album (ottimo il lavoro ai tasti di Roberto Masciocchi). Blue è velata di tristezza come il suo titolo, sorretta dalla pedal steel di Alessandro Grisostolo. You è una mossa canzone d'amore, poi con What Do You Hate So Much si arriva in Texas: la sezione ritmica composta da Marco Negrelli e Floriano Botter entra dopo l'introduzione piano-chitarra-organo e ci trasporta in una affollata dance-hall, non importa che sia il Broken Spoke di Austin, piuttosto che il Billy Bob's di Forth Worth: pure texas music! Too Lazy è reggae. Cosa c'entra? Ricordatevi che lo "zio" Willie Nelson ha già ampiamente sdoganato negli States questo genere musicale che arriva dai Caraibi: folk'n'fun deve essere, che folk'n'fun sia!
Su terreni più consueti è Walkin' Out In The Cold, Perfect è di nuovo rock. La tenue Follow My Steps è la pausa acustica prima della scatenata Rosie, Mary And Tiffany. San Secondo è solo un sogno ambientato nel medioevo, dove qua e là affiora però la ragazza del Jersey (che guarda caso saliva sulle giostre del luna-park…) cantata da Tom e Bruce. Hard Thing To Do è una bolgia sixties con boogie, blues, rock: due elettriche (Alessandro Talamona e Luca Pasqua) e via a palla. Sbuca dai sixties anche la lunga My Serenade, popolata da tanti personaggi non per forza di cose legati alla musica. Time Is Runnin' Out, elettrica, tastiere e sax, con un banjo sbucato da chissà dove (Monti Appalachi?) e la buonanotte affidata a I Am, sembrano riportare tutto verso est, dove il viaggio ha avuto inizio, dove le luci del luna-park si confondono in quelle della città, dove si può "ballare nell'oscurità sulla spiaggia degli amanti disperati", per essere i primi a veder l'alba… e poi ripartire.

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