SINE

SINE

Luciano Forlese

2019 - Cantautoriale, Alternativo

Descrizione

È uscito il 12 ottobre 2019 in copia fisica per “I dischi dell’oliva” S I N E, il primo lavoro
discografico del cantautore Luciano Forlese, sotto la produzione artistica del chitarrista, sperimentatore e compositore elettronico Ardan Dal Rì.
Il titolo dell’album è già di per sé una dichiarazione programmatica: “Sine” infatti, che in latino
significa “senza”, è invece nei dialetti centro-meridionali la forma rafforzata dell'affermazione "sì!". Tutto il senso di questo lavoro sta dunque nella dialettica tra due poli apparentemente contrapposti, disegnando l'ossimoro paradossale di un’affermazione nell’assenza. In S I N E infatti uno sguardo disincantato sul presente si fonde alla necessità di trovare una vitalità poetica da strappare ad un mondo dominato dalla violenza del denaro e della merce, dalla violenza di genere, da quella della guerra e infine dalla violenza della solitudine, grande mietitrice delle società occidentali dove il Tavor è venduto più dell’aspirina.

Esemplificativo di questa dialettica è il primo singolo estratto dall’album, “Generazione
sconsolata”, sorta di canzone-manifesto in cui il cantautore, classe 1990, prova a riallacciare il
senso di un “noi” generazionale da opporre alla solitudine individualista che grava su chi è cresciuto nel mondo post-ideologico nato dalla fine della Guerra Fredda.
In ogni brano di quest'album, anche nelle canzoni d'amore, si ritrova sempre una tensione tra due opposti: amore e morte (Il lampo, L'albero delle ciliegie), luce e ombra (La signora dei cattivi pensieri), assenza e presenza (Mani dipinte, Ti continuo a pensare, Preghiera a un gatto), arte ed economia (Gitanes).

Uno spazio particolare di fronte all'attualità assume "La donna di Kobane" (scritta all'epoca della battaglia di Kobane, combattuta dalle milizie del Rojava contro l'esercito dell'ISIS nel 2014), preceduta da un violento intermezzo strumentale noise firmato da Ardan Dal Rì, che racconta la storia immaginata della coraggiosa e drammatica resistenza di una partigiana kurda e che assume oggi una nuova e tristemente rinvigorita attualizzazione.

Al termine della narrazione l’album si chiude infine con la ghost track “Quindicianni”, selezione di strofe tradizionali curata, cantata e suonata dalla giovane cantora salentina Livia Giaffreda, che rappresenta una sorta di pasoliniano contraltare dell’amore adolescente e contadino.

Credits

LUCIANO FORLESE: Voce, cori, chitarra classica, bouzouki
ARDAN DAL RÌ: Chitarra elettrica, Digital Signal Processing, sintetizzatori, cori, ocarina,
melodica, aria spray
LUCIANO SORCINELLI: Basso elettrico
SEBASTIANO CECCHINI: Batteria
CAROLINA TALAMO: Violoncello
TOMMASO PEDRINOLLI: Percussioni, vibrafono
LIVIA GIAFFREDA: Voce, tamburo a cornice
MAURO ISEPPI: Schiocchi di dita
VLADIMIRO FORLESE: Voce
LUCILLE: Cori

Coro de “La donna di Kobane”: Giulia Kuzminac, Caterina Chierico, Maddalena
Scarperi, Elisa Galter, Alessandro Forlese, Yarin Sassudelli, Andrea Capuano, Silvia Lo
Sapio, Livia Giaffreda, Sebastiano Cecchini, Luciano Sorcinelli, L. F.
Diretto dal maestro Francesco Dal Rì.

Testi e musiche di Luciano Forlese ad eccezione di “Intermezzo” (A. Dal Rì) e della ghost
track “Quindicianni” (tradizionale).
Prodotto da Ardan Dal Rì.
Registrato e missato presso “Old Country Studio” di Mauro Iseppi, Ravina (TN).
Masterizzato presso “Blue Cave Studio” di Daniele Cocca.
Fotografie e grafiche di Valentina Maistri.

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