Luciano Varnadi Ceriello - Come una spiga in un fascio di rose testo lyric

TESTO

COME UNA SPIGA IN UN FASCIO DI ROSE

Quanta pace gravita nei campi qui.
L’estate si manifestò col suo splendor.
Attimo profetico
attimo iniziatico.
Attimo poetico,
istante emblematico.

La bimba diventò candida fanciulla dolce.
La bimba diventò splendida fanciulla, sì.

Si destò quel dì,
si alzò, gioì,
capì che c’era gioia intorno a sé,
tra le sue idee
scoprì che vi era un mondo unico,
lisciò i suoi capelli e a ciocche li intrecciò,
scattò, sfrecciò,
come puledra si sbrigliò,
si sgrovigliò
come un respiro,
oltre il divino,
con il sospiro,
del suo destino,
nel retro gusto
come un rimpasto
specie la notte di ferragosto,
nacque il buon gusto
del contrappasso
nel contemplare
lo sguardo assorto,
come un sussulto
di contrabbasso
giammai suonato
col fiato corto
in un sorriso
di agre contrasto.

Lei nella vita si fiondò
senza comprendere,
senza rimpiangere
né mai scommettere,
senza promettere
per non pensarci mai su.

Quanta luce penetrò l’anima
limpida, candida, lì.

Lei non s’abbigliò,
nuda danzò,
in un istante sciolse i suoi capelli
fluenti,
le chiome lucenti cadenti.

Lei danzò così,
si mosse così,
poi si rivestì quel dì
come una spiga in un fascio di rose
vi si aggrovigliò
tra i suoi mille pensieri s’impigliò
oltre l’arsura di sera
tornò la notte serena,
una frescura discreta
invase il campo di sera
e nacquero le more (nacquero le more),
nacquero le spighe (nacquero le spighe),
crebbero le uve (crebbero le uve),
e le arance estive (e le arance estive).

Nella fanciulla
un nuovo sentimento divampò
che la mente le folgorò.

Nacquero le more,
nacquero le spighe,
crebbero le uve,
e le arance estive.
Nacquero le more,
nacquero le spighe,
crebbero le uve,
e le arance estive.

Nacquero le pesche,
nacquero le pere,
nacquero i lamponi
accanto alle ciliegie,
nacquero i mirtilli
insieme alle susine,
crebbero le uve
nelle ore estive.

Quanta pace dominò l’anima
candida, placida.

“Vade primavera,
lasciami danzare fino a sera,
lasciami godere la mia estate,
fa che non sia la mia porta d’Ade,
donami i tumulti dell’amore,
siano miele in me
attraverso le maree,
oltre le malinconie,
troverò disarmonie,
donami il tuo dolce canto,
è vano il pensiero
di restare qui con te,
accucciolata in te,
cullata nel tuo manto,
protetta dal tuo grembo.
Un puro incantesimo
quasi complice
ha cambiato me,
ha cambiato le mie idee.
Lasciami alla mia età,
il futuro mi attende di già!”

Nacquero le more,
nacquero le spighe,
crebbero le uve
e le arance estive.
Nacquero le more,
nacquero le spighe,
crebbero le uve
e le arance estive.

Dissolse sui campi
tutti i suoi colori,
le sue dolci note,
le armonie dei suoni,
lasciò i campi vuoti
delle se visioni
e la dolce primavera s’involò
e la dolce primavera se ne andò
e la dolce primavera se ne andò
e la dolce primavera se ne andò.

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CREDITS

Luciano Varnadi Ceriello: Testo
Antonio Vivaldi: Musica
Kristo: arrangiamenti
Tony D'Alessio e Le Matrioske: Voci e cori

ALBUM E INFORMAZIONI

La canzone Come una spiga in un fascio di rose si trova nell'album VivaldInKanto - Le quattro Stagioni - Opera POP uscito nel 2021.

Copertina dell'album VivaldInKanto - Le quattro Stagioni - Opera POP, di Luciano Varnadi Ceriello

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L'articolo Luciano Varnadi Ceriello - Come una spiga in un fascio di rose testo lyric di Luciano Varnadi Ceriello è apparso su Rockit.it il 2021-11-11 18:18:44

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