Descrizione

Un disco colmo di suoni. Chitarre, basso, batteria, la voce pungente di Max Petrolio ma anche arrangiamenti elettronici, piano, violoncelli, contrabbasso, derive rumorose che sanno di jazz, che sanno di urla alla Munch. Guardando la grafica di “Humor Pomata” non possiamo che sorridere e renderci conto che l’ultimo album del cantautore Max Petrolio è uno stimolo umorista. Un layout che ricorda un tubetto di pomata e che custodisce un disco poetico e malinconico, altruista e seducente. Un lavoro che esige di essere capito ed osservato nelle sue molteplici chiavi di lettura.

Credits

Chi conosce già i precedenti album di Max Petrolio sa quanto questo artista sia un trasformista che usa le parole come macchie di colore. I suoi racconti traslati e acuminati di matrice nichilista tendono a insidiare lo spirito dell’ascoltatore, il quale senza una direzione è messo in condizione di tralasciare i primi strati di chiarezza e di abbandonarsi in maniera soggettiva alle diverse sfumature di parole. Dopo un reiterato ascolto ecco che le espressioni figurate trasmutano in oggettivazioni significanti e si vanno a collocare nella mente come enormi chiese metropolitane.

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