SESSION#7

SESSION#7

MIZOOKSTRA

2022 - Strumentale, Elettronica, Nu jazz

Descrizione

Also Sprach MIZOOKSTRA è il primo album dei MIZOOKSTRA, il nuovo progetto tra free jazz e musica elettronica di Mario Conte e Simone Garino, in uscita il 1 luglio 2022 per Sangue Disken; ascolta il nuovo singolo SESSION#7.

MIZOOKSTRA ė un incontro tra free jazz e musica elettronica. È improvvisazione radicale senza strutture formali. MIZOOKSTRA è la creatura a due teste del produttore e musicista Mario Conte (attualmente impegnato anche nella realizzazione delle musiche originali per lo spettacolo al teatro greco Agamennone del celebre regista Davide Livermore e dello spettacolo inedito SCOPATE SENTIMENTALI – Parole, immagini, vita e morte di Pier Paolo Pasolini, ideato e scritto con Filippo Timi e Rodrigo D’Erasmo) e del sassofonista Simone Garino (di recente selezionato dal MIDJ come uno dei migliori giovani talenti del jazz italiano), conosciutisi nel 2017 e uniti dall’attrazione verso la musica più coraggiosa e sperimentale.

Dopo il il primo singolo SESSION#5, MIZOOKSTRA torna adesso sulle scene con il nuovo singolo SESSION#7, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 20 maggio 2022 e tratto dall’album di debutto Also Sprach MIZOOKSTRA (Nietzsche e Strauss sorridono, da un’altra dimensione…), in uscita in CD e digitale il 1 luglio 2022 per Sangue Disken, con l’artwork di Pazzi Design Studio e la calligrafia di Luca Barcellona.

La componente sintetica è analogica: nessun computer è stato utilizzato. I suoni degli strumenti a fiato sono rielaborati, campionati e filtrati in tempo reale in un costante flusso improvvisativo, in equilibrio tra dimensione acustica ed elettrica. Ogni elemento, ritmico, rumoristico e melodico, è creato istantaneamente e poi rielaborato durante la performance. Nulla è pre-programmato.

La filosofia alla base del progetto è rispettata ovviamente anche dal vivo: i live show che ne derivano sono sempre irripetibili e diversi, determinati dal mood degli artisti, dall’ambiente circostante e dal momento in cui si svolgono. L’ascoltatore viene così proiettato in un ideale viaggio dalla New York degli anni 70 alla Berlino del Berghain, in uno stato di confusione emozionale.

MIZOOKSTRA deriva da una parola inventata da Bertolt Brecht: “misuk”, letteralmente “misuca”. Per Brecht, infatti, “misuk” significava il contrario di “musik” (la musica colta ottocentesca), nel rifiuto di ogni formalismo e nell’auspicio di una proposta sonora allo stesso tempo intellettuale e popolare. “Misuk è un termine completo per tutti i tipi di rumore, di cui la musica è solo una ridicola sottocategoria. E oggi sarebbe importante privare questa suddivisione della sua richiesta di esclusività”, sosteneva Brecht. Conte e Garino hanno modificato la grafia e vi hanno aggiunto il suffisso “-stra”, da orchestra: i suoni del duo possono essere infatti modificati e moltiplicati all’infinito, come se fossero manipolati da una specie di instant orchestra immaginaria.

MIZOOKSTRA è un open duo. Ma rappresenta più che altro un intento: aprire una finestra sull’ombra, sulla “dark side” della musica e di chi la suona. Senza distinzioni di genere o provenienza culturale. “MIZOOKSTRA nasce da una necessità di comunicazione. Nella nostra carriera abbiamo intrapreso collaborazioni molto diverse tra loro e abbiamo notato che spesso gli artisti non esprimono al cento per cento quello che sono realmente. Tutti noi abbiamo una ‘dark side’: spesso non ce ne rendiamo conto finché qualcuno o qualcosa non ci fornisce l’occasione per farla uscire fuori. MIZOOKSTRA è la nostra occasione. È il rito che libera la nostra anima nera e permette di metterci in gioco”.

I video dei singoli SESSION#5 e SESSION#7 sono stati realizzati dal regista e produttore di documentari Davide Tosco, come composizioni primitive di immagini che, assecondando una narrazione onirica, mostrano spezzoni del mondo che viviamo attraverso associazioni apparentemente distanti. Uno degli elementi del lavoro di ricerca di Tosco è il recupero di materiali visivi d’archivio, ispirato al “ready-made” di Marcel Duchamp, cioè alla creazione di nuovi significati a partire da oggetti filmici già esistenti ma decontestualizzati. La ciclicità, frammentata e altrettanto inesorabile, percorre strade ignote.

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