Descrizione

Tratto da una recensione di Michele Manzotti da Il Popolo del Blues

Di solito al vibrafono nel jazz abbiniamo ricordi di suoni rassicuranti. Oltre che bellissimi dato che vengono in mente personaggi come Lionel Hampton o Milt Jackson. Fortunatamente la musica si evolve e questo strumento è al pari degli altri protagonista nei nuovi linguaggi del jazz. Salutiamo con piacere quindi la prova discografica di Mirko Pedrotti e del suo quintetto, una formazione che si è fatta onore al Barga Jazz Contest 2013 ottenendo il primo posto. Pedrotti è un leader di formazione rigoroso e allo stesso tempo rispettoso del lavoro dei colleghi che lo affiancano.
Il suo vibrafono sa essere un eccellente solista così come semplice parte dell’ensemble. Da un punto di vista creativo c’è la lezione del free (Acidulo) ma anche quella della scuola di Canterbury (Alfa) e dell’hard bop (Chris Spot There).
Molto interessante è anche la scrittura della suite finale legata alla musica colta contemporanea del novecento. La parte più melodica è affidata a Noabel, traccia scritta dal sax tenore Matteo Cuzzolin.
Un disco di qualità che ci fa ancora sperare nella vitalità del nuovo jazz italiano.

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