Il Bollettino di venerdì 21 gennaio

Le migliori uscite della settimana scelte dalla redazione di Rockit

Il Bollettino della settimana #3
Il Bollettino della settimana #3

Tornano i Gomma, e questa volta ci portano nel Texas più decadente: Zombie Cowboys, nostro disco della settimana, è il loro racconto horror sulla imminente fine di un mondo corrotto, nonché definitivo salto di qualità della band campana. Ma quanta musica notevole in questo venerdì: dall'omaggio club a Fela Kuti dei C'mon Tigre alla coda cinematografica di Franco126, passando per l'arcobaleno di VV e il grigio di Miglio, il gelo di Dutch Nazari e la nostalgia di Generic Animal, fino a Cesare Cremonini, Galea, L I M, Nicolaj Serjotti, Massimo Zamboni e molto altro ancora. Tutto nel nostro bollettino.

Dutch Nazari – Fiore d'inverno

"Meglio vivere distanti che di stenti": Dutch Nazari, circondato dal gelo di una relazione agli sgoccioli e avvolto nel buio della sua stanza, si trova a riflettere su sé stesso, al suo rapporto con l'amore e a come a volte il dolore più grande sia non saper lasciar andare.

Generic Animal – Piccolo

L'anima pop più upbeat spinge Generic Animal su un ritmo veloce, in cui le ansie e le paranoie di un adulto vanno a scontrarsi con la nostalgia per una vita più semplice. Piccolo, come vorremmo essere sempre, come continuiamo a sentirci di fronte agli ostacoli che tappezzano la strada.

L I M – Quando

Un telefono squilla a vuoto, senza che nessuno risponda. Da questo senso di smarrimento parte L I M per raccontare la perdita, lasciando che la sofferenza e la fatica per riadattarsi a una realtà stravolta vengano esorcizzate su un beat martellante e un pianoforte che non trova pace.

Marta Tenaglia – Osmanto

Marta Tenaglia cerca con tutte le forze di afferrare qualcosa che continua di sfuggirle dalle mani, a scivolare via sempre all'ultimo momento, per poi liberarsi con un sussurro dalla prigione mentale che la blocca: Osmanto è un'epifania che sconfigge il dolore, che ci investe all'improvviso con la sua intensità senza che facciamo in tempo a rendercene conto.

Massimo Zamboni – La mia patria attuale

Proprio in uno dei peggiori momenti che l'umanità intera abbia mai vissuto, Zamboni mette su disco una fotografia estremamente nitida di un reale che ha nascosto i suoi lati peggiori, fino a trasformare il tutto in finzione quotidiana, per ritrovare quella poesia nascosta dai drammi di un insostenibile presente.

Miglio – Manifesti e immaginari sensibili

6 tracce, 6 frammenti di anima corrotta seduti a un marciapiede buio, abbandonati nel degrado della loro disperazione: Miglio, figlia di un cantautorato dannato, squarcia la sua voce in una new wave che brilla di una luce grigia, facendone sgorgare una poesia maledetta che brucia come un mozzicone di sigaretta.

VV – Veleno

Così, all'improvviso, VV ci scaraventa in un mondo allucinogeno lo fi per salvarci da quello in cui siamo, ormai destinato alla rovina, per urlarci in faccia il suo essere "solo qualcosa che sparirà, come tutto, del resto". Una via di fuga a un Veleno quotidiano che ci anestetizza, che splende come un lisergico arcobaleno.

Disco della settimana: Gomma – Zombie Cowboys

Attraverso l’aggressività melodica dei Gomma il rock ritorna a essere un'ossessione per chi lo suona, un'ossessione che è questione di vita o di morte. Un'urgenza viscerale e spietata diventa il filtro per il racconto western di una imminente fine del mondo, più facile da immaginare della fine capitalismo.

Dischi

Balto – Forse è giusto così: L'incertezza che scuote le ginocchia di fronte al trovarsi, di colpo, adulti scuote le melodie dei Balto, stupiti di meraviglia e scossi dalla paura nel loro garbato rock.

Cecco e Cipo – Con permesso: La scrittura acuta di Cecco e Cipo è la protagonista del loro nuovo album, in cui il duo toscano si racconta con spiccata ironia e melodie spensierate.

Confini – Chi salverà Hermes?: I Confini ci invitano al loro inquietante sabba esoterico, fatto di attitudine elettronica post-industrial, stoner spettrale e impetuose chitarre dark.

Ciliari – Lato C: Intimo, malinconico, tormentato, ma anche ironico e diretto: Ciliari riparte da Lato C, come alla ricerca di una terza via tra il cantautorato e l'indie pop.

Davide Zilli – Psicanaliswing: Dalla “fuga dei cervelli” dal nostro Paese, per allargarsi in generale a tutti gli italiani che scelgono di andare all’estero, Davide Zilli racconta un'Italia a tutto swing tra entusiasmi, delusioni e spirito di adattamento.

Franco126 – Uscire di scena: Quattro canzoni per chiudere idealmente la “sequenza cinematografica” di immagini in musica avviata in Multisala, come una rallentata scena extra alla fine dei titoli di coda.

Galea – Come gli americani al ballo di fine anno: L’esordio della giovane cantautrice pugliese si muove tra la necessità di amare senza sforzo, la lotta contro gli stereotipi e la sincerità verso sé stesse, con tutta la tenerezza di chi racconta i migliori anni della sua vita.

Gemello – La quiete: Gemello trova la forza di mostrare un suo lato inedito, sconfinando nei territori dell'indie e trovandosi per la prima volta in carriera a cantare, il tutto accompagnato da ospiti come Coez, Gemitaiz, Carl Brave e Ketama126.

Kharfi – Aquarium: Un'immersione nel club di Kharfi, capace di equilibrare suoni enigmatici, sfondi abissali e esplosioni dell'EDM più sfrenata.

Missey – Futuro3: Missey avvolge le sue insicurezze, scarica la sua rabbia, dimostrando quanto fragilità e grinta possano coesistere nel suo denso e rabbioso r'n'b dal gusto pop.

Peter White – Millisecondi: Peter White cristallizza attimi di vita vissuta, con Roma sullo sfondo, in 12 schizzi autentici di profonda malinconia.

Senza_cri – Salto nel vuoto: Il Salto nel vuoto di Senza_Cri apre con coraggio le porte del suo mondo più personale, lasciandoci ammaliare col suo modo di affrontare la vita, il tempo, l’amore, la rabbia e la morte.

Singoli

Angela Iris – Acquario: Angela Iris si scuote di dosso l'oppressione dei giudizi degli altri per ritrovare quell'amore necessario verso sé stessi con un liberatorio inno soul.

Apice – Geronimo: Apice fugge dal caos costante delle metropoli per lanciarsi libero in una corsa sfrenata attraverso una sconfinata prateria, alla ricerca di un proprio io puro e sognatore.

Brida – Qui: Brida scrive la sua lettera soul a cuore aperto, dedicata a un amore sincero contaminato dalle paure, dalle insicurezze e da un passato che continua a tormentare.

Ceneri – Notturno: Dal silenzio surreale di una città immobile nasce un brano immerso in un’atmosfera crepuscolare, lasciando che le consapevolezze si facciano più chiare nel buio della notte.

Cesare Cremonini – La ragazza del futuro: Un dialogo immaginario alle nuove generazioni, che volge all’accettazione della vita per quella che è, con un funky anni '70 e un bel po' di french touch.

C'mon Tigre – Twist into any shape: Su un'ossessivo riff di chitarra sahariana tornano impetuosi i C'mon Tigre, unendo beat elettronici e interferenze digitali con un tripudio di fiati e percussioni alla Fela Kuti.

Claudym – Razzi arpia inferno e fiamme: Il classico dei Verdena assume una nuova, coraggiosa forma tra il pop e il club, il tutto guidato dalla suadente voce di Claudym.

Dardust – Parallel 43: Dardust torna sulla via di casa, al parallelo che attraverso la sua città, Ascoli Piceno, facendosi contaminare da un'elettronica febbricitante e con le incursioni di un sax nu jazz.

Daxter – Medellin: Il flow urlato di Daxter ci sbatte la faccia contro l'asfalto di una strada di periferia, violenta e tetra, con un temporale all'orizzonte che non sembra lasciar spazio alla luce di passare.

Demoncandy – Nana: Ispirato dall'omonimo manga, Nana racconta il rapporto di Demoncandy con la musica, della sua anima attanagliata dall’ansia sociale e di come questa venga placata dal grande cuore di chi insegue sempre il proprio sogno.

Duo Imbesi Zangarà – Rainy Sunset - Memories from a picture: Un continuo gioco di incastri tra due chitarre classiche finisce col restituire le mille sfumature di un tramonto incantato, come se il sole non scomparisse mai del tutto dietro l'orizzonte.

Elex – Piazzale del Verano: Elex parte da uno dei suoi luoghi del cuore per cantare delle contraddizioni di un amore, in bilico tra il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco e la necessità di sentirsi liberi.

Flaminia – Dispersi: Un'elettronica raffinata fa da contraltare ai silenzi che riempiono le storie d'amore finite, quando non c'è più niente rimasto da dirsi per salvare la relazione. 

Francesco Morrone – Le mani: La lotta interna tra le varie anime del cantautore Francesco Morrone culmina nel singolo Le mani, dove una voce ruvida e calde chitarre fanno da sfondo a "una guerra da sfamare".

Kaze – Come fa: un flusso di coscienza soul in cui Kaze ripercorre i momenti in cui si è sentita persa e ha preferito sparire, riuscendo poi a stringere i denti e a reagire contro tutto e tutti.

Massaroni Pianoforti – Apri le tue braccia al cielo: Poche note di pianoforte accompagnano una voce bruciata, ferita da graffi non ancora rimarginati, che poi spicca il volo in un ritornello traboccante di doloroso amore.

Matilde – Perdo l'appetito: La fine di un amore irrisolto, in bilico tra la voglia di allontanarsi e la volontà di ricominciare per un’ultima volta, rimediando agli sbagli del passato.

Mille Punti – Libano: Le paure – tanto quelle superate, quanto quelle mai andate via – che costellano la vita di Mille Punti vengono esorcizzate attraverso una trascinante strumentale dance, con l'immancabile cassa in 4 ad abbattersi su di loro.

Möly – Tostapane: Dietro l'apparente spensieratezza di giocosi suoni elettronici si strugge nel rincorrere una persona a cui non riesce a rinunciare, pur sapendo che si tratta di un amore quasi impossibile.

Nicolaj Serjotti – 110L: Nicolaj Serjotti disorienta, ondeggia sul suo flow sincopato e ipnotizza con le sue barre che si intrecciano con le note di un imprevedibile sax.

Raele – Rame: Una lettera d'amore scritta di getto, in cui le parole scivolano su un'avvolgente arpeggio di chitarra e volteggiano su una melodia che punta al cielo.

Rovere – Crescere: Su un delicato arpeggio di chitarra, i Rovere raccontano il diventare grandi con uno sguardo nostalgico verso il passato e un cuore speranzoso nel futuro.

Sasso, Enrico Gabrielli, Elia – Aquila: Anthony Sasso scrive il suo personale inno allo spirito, etereo e e psichedelico nel suo librarsi in aria, per trovare nella creatività una forza oppressa da un mondo che non ci permette di volare.

Tommaso Paradiso – Lupin: Una solitudine che colpisce fin troppo vicino al cuore insegue quella "splendida normalità" che sembra non tornare mai, pescando a piene mani dal Vasco anni '80 e cercare di dirsi davvero: "oggi sono stato bene anche da solo".

---
L'articolo Il Bollettino di venerdì 21 gennaio di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2022-01-21 10:30:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia