Nel 2015 i musicisti hanno guadagnato più dai vinili che da YouTube

Un recente report lo dimostra: gli artisti continuano a guadagnare troppo poco dalle visualizzazioni su YouTube

16/06/2016 - 12:00 Scritto da Sandro Giorello

Non è certo la prima volta che lo scriviamo, il rapporto tra YouTube ed i musicisti continua ad essere parecchio conflittuale. Con cadenza sempre più frequente leggiamo dichiarazioni di artisti - tra ultime vi citiamo quelle di Nelly Furtado, Adele, Thom Yorke - che si lamentano dei guadagni troppo bassi derivanti dal colosso dei video online.

Oggi il sito digitalmusicnews.com ha pubblicato la risposta di un portavoce di YouTube che conferma il fermo interesse da parte dell'azienda ad ascoltare le opinioni dei musicisti, ribadendo che finora sono stati pagati più di tre miliardi di dollari all’industria musicale, ma aggiunge anche che la musica ad oggi rappresenta ancora una nicchia rispetto all'enorme bacino di utenti che ogni giorno frequenta la piattaforma.

Dal momento che digitalmusicnews non riporta la fonte o l’autore di tale dichiarazione - e spesso si trova a smentire le proprie notizie - è meglio prendere con le molle tale risposta.

Quel che è certo, però, è che le revenue prodotte dai video sono ancora decisamente basse rispetto quelle derivanti dagli altri formati. Un recente report della British Phonographic Industry mette nero su bianco la differenza tra YouTube ed il ricavato dalle vendite dei vinili nel 2015. Secondo l’associazione inglese lo scorso anno sono stati visti in UK 26.9 miliardi di video con un ricavo di 24.4 milioni di sterline. Vendendo 2.1 milioni di vinili, invece, i musicisti inglesi hanno incassato 25.1 milioni di sterline.

Il dato più preoccupante è che la crescita delle visualizzazioni dei video è stata sbalorditiva - si parla di un +88% rispetto al 2014 - mentre quella degli introiti da parte degli artisti si ferma ad un misero 0.4%.

(via)

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