L'ultimo giorno era ieri   (Dischi Obliqui - 2011)

L'ultimo giorno era ieri (Dischi Obliqui - 2011)

Nova sui prati notturni

2011 - Sperimentale, Rock, Ambient

Descrizione

NOVA SUI PRATI NOTTURNI
Album: “L’ultimo giorno era ieri”
Dischi Obliqui 2011

I Nova sui prati notturni, Vicenza, sono un gruppo di rock strumentale e nel mese di dicembre del 2011 è uscito il loro primo album, per l’etichetta Dischi obliqui, intitolato L’ultimo giorno era ieri.

Il gruppo nasce dalla collaborazione tra i due chitarristi Giulio Pastorello e Massimo Fontana, inizialmente impegnati nell’esecuzione di brani per chitarra definiti rilevazioni ambientali (improvvisazioni per chitarre elettriche che si rifanno alle atmosfere della musica ambient fine anni Settanta). I due autoproducono un primo album, a tiratura limitata, completamente strumentale, ispirato dagli ambienti montuosi del vicentino. Il nome del gruppo è già Nova sui prati notturni.

Con l’introduzione delle percussioni di Gianfranco Trappolin (anche performer e ottimo ascoltatore di musica krautrock) s’intensifica l’attività concertistica in numerosi eventi, anche in contesti artistici, extramusicali.

Con l’ingresso di Federica Gonzato, basso e voce, il gruppo inizia a lavorare anche a dei brani strutturati, cantati e, in questo nuovo contesto, va inserito il primo vero album del gruppo: L’ultimo giorno era ieri.

L’approccio alla musica dei Nova sui prati notturni rimane quello originale ed ogni brano nasce da rilevazioni ambientali, dalla particolare attitudine del gruppo ad interagire con il contesto in cui nasce l’improvvisazione musicale. Solo in un secondo momento questi brani vengono metabolizzati e informati. Le forme non sono però mai troppo definite e la sfida del gruppo è quella di dare vita a dei brani aperti, in cui la struttura non soffochi la propensione alla naturale anarchia del suono.

Tra le particolarità dell’album c’è il fatto che tutti e quattro i componenti del gruppo cantano almeno un pezzo.

Va segnalato che il primo pezzo, Signore delle cime, è una rivisitazione in chiave rumorosa di un classico canto per alpini vicentino scritto da Bepi de Marzi (già tradotto in molte lingue ed eseguito in tutto il mondo); il brano 86 presenta un testo in lingua albanese; Dodiciminutieundicisecondi è ciò che noi intendiamo per rilevazione ambientale, registrata in presa diretta; Manuel Baldini è uno strumentale dedicato, per l’appunto, al pittore vicentino Manuel Baldini; Malkuth (il regno) con la preziosa collaborazione di Alessandra Borin alla voce è ciò che rimane di un brano che in origine doveva musicare un lavoro sulle dieci sefirot di Isaac Luria; L’orto dei veleni è il nostro mettere in musica una poesia di Aldo Palazzeschi.

Credits

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia