La parola “ospiti” mi ha sempre affascinato. Essere ospiti è un gesto doppio: significa accogliere, ma anche lasciarsi accogliere.
Questo disco nasce da una profonda intimità, da un necessario confronto con me stesso, che però sento appartenere a tutti. Perché tutti noi siamo stanze vuote abitate da sconosciuti, che un po’ alla volta accettiamo nelle nostre vite. Dentro di noi vivono pensieri, emozioni, ricordi inattesi che bussano senza preavviso. Viviamo il tempo e lo spazio come presenze di passaggio. Nulla ci appartiene davvero: siamo tutti ospiti del mondo, della vita, di un istante. E anche dentro di noi trovano dimora i sentimenti. Amori, amicizie, legami: arrivano, ci attraversano, si trasformano. Alcuni restano, altri svaniscono, lasciando spazio a ciò che verrà.
Essere ospiti è un’apertura verso il mondo: abbandonare l’abitudine, uscire da sé, accogliere l’altro. È lasciarsi guidare, introdurre, talvolta proteggere. È attraversare soglie — fisiche, emotive, interiori — e imparare ad abitare lo spazio fragile dell’anima. Lì dove si entra e si lascia entrare. Dove nulla è nostro, ma tutto ci sfiora.
Volevo che questo disco fosse una sorta di concept album sulla mia interiorità, con un filo conduttore che unisse tutti i brani: la ricerca di sé attraverso la mancanza, il cambiamento e la memoria.
Volevo che ogni canzone esplorasse un frammento dell’identità in divenire: Lacune è stato il primo brano ad emergere, a parlare proprio di quelle mancanze che ci definiscono tanto quanto ciò che possediamo; poi è arrivata Deserto, ovvero l’amore finito che lascia il vuoto; e poi tutti gli altri: la consapevolezza che non ci si conosce mai del tutto; gli ospiti interiori che abitano la nostra mente; le ombre del passato che ci seguono; le promesse fatte a se stessi; la nebbia che confonde ma protegge; e i sogni rimandati che il tempo ci ruba.

OSPITI
Nularse
Descrizione
Credits
Testi e musica* di Alessandro Donin
Produzione artistica di Nularse, Alberto De Lazzari, Francesco Inverno, Giovanni Pezzato
Registrato da Alberto De Lazzari e Giovanni Pezzato presso il Black Deer Studio (TV)
Mix e master di Antonio “Cuper” Cupertino presso il San Pedro Studio (MI), eccetto Ospiti, masterizzata da Giovanni Versari presso il Maestà Mastering Studio (FC)
Voci, chitarre, elettronica, sintetizzatori - Nularse
Pianoforte, sintetizzatori - Alberto De Lazzari
Batteria - Francesco Inverno
Basso - Andrea Lombardini
Percussioni - Filippo Zonta
L’orchestra d'archi in Deserto, Io non mi conosco e L’Ombra è composta e arrangiata da Danilo Abiti, diretta da Michèle Schladebach, registrata da Andrea Valfré presso il Magister Recording Area (TV)
*Forse domani, musica di Alessandro Donin, Alberto De Lazzari, Francesco Inverno
© 2025, Labellascheggia su licenza di Costello's Records
℗ 2025, Costello's di Simone Castello, eccetto Lacune, edito da Costello's di Simone Castello, Rokovoko e The Saifam Group
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