Salutame a Socrate EP

Salutame a Socrate EP

P.F.R. Post Fata Resurgo

2022 - Rap, Alternativo

Descrizione

Salutame a Socrate EP contiene 3 brani che faranno parte del nuovo disco in uscita nel 2023 dal titolo 'E capa, 'e core, 'e stommaco.
Un lavoro che prenderà spunto dal mito della biga alata di Platone per declinarlo musicalmente ai giorni nostri nell’affrontare il modo di vivere la vita, la creatività e la fase di scrittura secondo tre differenti approcci: di testa, di cuore, di stomaco (di pancia); e nel mix degli stessi.

Il disco suonato da musicisti in presa diretta, è stato registrato a Castellammare di Stabia, nell’“Elios Recording Studio” dal sound engineer Carlo Gentiletti che ha curato anche mix e master.
Al “Sanamusica Studio” di Salvatore Torregrossa sono stati registrati sia la preproduzione che tutti gli inserti elettronici.

Salutame a Socrate EP contiene 3 brani che faranno parte del nuovo disco in uscita nel 2023 dal titolo 'E capa, 'e core, 'e stommaco.
Un lavoro che prenderà spunto dal mito della biga alata di Platone per declinarlo musicalmente ai giorni nostri nell’affrontare il modo di vivere la vita, la creatività e la fase di scrittura secondo tre differenti approcci: di testa, di cuore, di stomaco (di pancia); e nel mix degli stessi.

Il disco tratterà queste tematiche, come sempre, in modo schietto, diretto, ironico ma allo stesso tempo intriso di continui rimandi e citazioni al vissuto e alle influenze culturali e musicali del duo (con una scrittura stratificata dei brani che è cifra stilistica dei P.F.R.).

TRACKLIST COMMENTATA

“Salutame a Socrate” si apre con “Fore a caverna”, suoni crudi per sottolineare la necessità di uscire fuori, l’urgenza di guardare il lato vero di noi stessi, senza sovrastrutture. Come per l’arrangiamento. Molto diretto e senza troppi fronzoli. Dalla dichiarazione di intenti dell’intro di organo alla solennità delle scelte da fare dettata dalla voce da soprano di Rosalba Alfano.

Il pezzo tratta in stile P.F.R. il celebre mito della caverna di Platone rapportato ai giorni nostri.
Le 3 strofe ripercorrono le 3 fasi del mito: il protagonista è nella caverna, esce e vi rientra.

“Je vulevo cagnà stu juoco 'a ll’interno
puntà 'o Paraviso 'mmiezo a st' inferno
Addò fa' cavero ma è sempe vierno
purtà sta gente fore 'a caverna”

trad. Io volevo cambiare questo gioco dall’interno, puntare al Paradiso in mezzo a quest’inferno, dove fa caldo ma è sempre inverno, portare questa gente fuori alla caverna


L’EP prosegue con l’irriverente title track “Salutame a Socrate” (che in napoletano suona anche come “tua suocera”) nella quale vengono trattati temi di attualità con “ironia socratica” nel testo come nell’arrangiamento.
Si gioca con il tempo e con la poliritmia dell’intro. Guardando all’essenziale: le proprie radici (mandolini stupendamente suonati da Daniele La Torre e Pasquale Panico) e il proprio respiro (flauto).
Gli elementi semplici di una meditazione profonda (chitarra di Antonio Suarato che commenta e “riflette” sul percorso).
Il tutto impreziosito dall’ironia degli interventi di Giuseppe De Rosa e dal saluto finale della piccolissima e stupenda Vittoria Alfano.

Gli ascoltatori che vorranno approfondire la stratificazione del testo troveranno molti spunti tratti dal pensiero socratico declinato… in napoletano e utilizzato per descrivere il quotidiano.

“Ma sta musica se ne fotte e va annanze
fa priene penziere partenno d''a panza
pecchè vive 'int' a ogni nota sunata
pe' da' respiro a chi sta' carcerate”

Trad. Ma questa musica se ne frega e va avanti, rende gravidi i pensieri partendo dalla pancia. Perché vive in ogni nota suonata, per dare respiro a chi si ritrova incarcerato

Il disco si conclude con ‘A capa è na sfoglia ‘e cepolla, celebre motto napoletano che un giorno Mauro Marsu completò aggiungendo “…ogni tanto suffrje, ogni tanto fa' chiagnere...” (la testa è una sfoglia di cipolla, ogni tanto soffrigge, ogni tanto fa piangere).
La follia creativa. Le mille possibilità. Un rap su di un tempo in 3/4.
Un impianto ritmico tenuto in maniera splendida da Pasquale Ferraioli e Antonello Buonocore che rendono questo (come gli altri i brani del disco) una vera corazzata, ma piena di colori, con le voci che ricamano il ritornello quasi come in un brano contrappuntistico.

Il brano dalle atmosfere fortemente ironiche (riportate anche nel videoclip autoprodotto dal gruppo che ne ha curato riprese e montaggio) è in realtà intriso di rimandi a psicologi e pedagogisti: Freud, De Bono, Rodari.

Di questo ultimo viene riportata in versi una sua celebre citazione:

Se l’hann''a 'mparà 'a peccirille Gianni Rodari
cratività alla portata 'e tutte 'e crestiani
No p’essere tutt' artisti e geni nel vivere
ma pe' tenè tutte quante 'o genio 'e essere libbere

trad. Tutti devono imparare da piccolini Gianni Rodari, creatività alla portata di tutti gli esseri umani, non per essere tutti artisti e geni nel vivere, ma per avere tutti la voglia di essere liberi

Il brano vuole essere un ironico sprono a capire che la nostra mente è un’arma (che può esserci utile o rivolgersi contro di noi, essendo a volte labile come una sfoglia di cipolla) e a saperne fare un buon uso, per cercare un miglioramento quotidiano, attraverso la creatività e la voglia di essere liberi.

E levalo 'a miezo stu fatto d''o Karma
mietette 'ncapa ca 'a capa toia è ll’arma

Trad. E toglilo da mezzo questo fatto del Karma, mettiti in testa che la tua testa è un’arma


I 3 brani offrono un assaggio del modo in cui i P.F.R. tratteranno il concept del disco completo che verte su i temi della creatività, quotidianità, libertà, filosofia, vita.


Il disco tratterà queste tematiche, come sempre, in modo schietto, diretto, ironico ma allo stesso tempo intriso di continui rimandi e citazioni al vissuto e alle influenze culturali e musicali del duo (con una scrittura stratificata dei brani che è cifra stilistica dei P.F.R.).

Credits

Mauro Marsu al rap e Salvatore Torregrossa al piano e tastiere sono stati accompagnati nelle registrazioni dei brani in studio dai musicisti che compongono la P.F.R. live band:
Rosalba Alfano (voce e cori), Antonello Buonocore (basso), Pasquale Ferraioli (batteria), Antonio Suarato (chitarra).

Hanno inoltre partecipato alle registrazioni:
Vittoria Alfano (saluto finale in Salutame a Socrate)
Giuseppe De Rosa (attore, coro su Salutame a Socrate e voce recitata in ‘A capa è na sfoglia ‘e cepolla)
Domenico Guastafierro (flauto in tutti e 3 i brani)
Pasquale Panico (mandolino in Salutame a Socrate)
Daniele La Torre (mandolino in Salutame a Socrate)

Testi di Mauro Marsu
Musiche di Salvatore Torregrossa
Mix&Master di Carlo Gentiletti – Elios Studio Recordings, Castellammare di Stabia

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