Marta Collica About Anything 2009 -

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Marta Collica e il suo nuovo disco "About Anything" apparentemente non hanno nessuna pretesa. Forse perché Marta Collica non ha bisogno di pretendere qualcosa, la musica impregna la sua vita e il suo talento è grande. E' la tastierista di Hugo Race and the True Spirit, che tra l'altro suona e canta con lei nel disco insieme ad altri ospiti come John Parish, che ha suonato e mixato alcuni brani, Douglas Jayes, il fonico australiano dei True Spirit con cui ha chiuso il mix del disco, il sassofonista Peculiaroso e Cesare Basile - catanese come lei e che l'ha voluta ai suoi tempi come corista in "Candelaio" (in "Closet Meraviglia", del 2001). Il cuore di questo album è a Berlino dove Marta Collica l'ha creato. Spigoloso, registrato su un 4 piste, con chitarra elettrificata, synth, tastiera e lune storte. Tutte le tracce sembrano non decidersi se appartenere al sonno, al sogno o alla realtà. Sono sospese e tengono l'ascoltatore sulle spine, perché esse stesse galleggiano sopra una rete di spine. Per scriverle sembra che l'autrice non si sia preoccupata della loro forma, e che abbia preferito abbandonarsi.

Abbandono e spontaneità sono i caratteri fondamentali del disco. Espressi coerentemente in una forma lo-fi convalescente e obliqua. Le parole mi arrivano distanti come costellazioni, come fontane ghiacciate in bilico volontario tra la stonatura, l'errore e la sensualità. La voce di "About Anything" si crea nell'aldilà dove i sogni zoppicano ed echi si propagano dentro le montagne. Melodie ipnotiche e sobrie che non vogliono cedere al sonno, ma temporeggiano all'infinito storcendosi con false stonature alla Belle & Sebastian, atmosfere dream che ricordano qualcosa degli Air o del primo argentino ed enigmatico album di Goldfrapp, l'instabilità squilibrata di Lisa Germano, con un folk aereo spesso stile Velvet Underground, una rarefazione alla Serge Gainsbourg e un tono blues ruggine e desertico – tono che sembra essere la prerogativa di tutti i musicisti con cui suona.

Lo-fi sporco e imperfetto – un'oscurità distorta. Si copre gli occhi dal sole, chiude le tapparelle ed è tremante come un blues. Guarda fuori per ore. Poi dentro. Poi non ha più voglia di alzarsi, è stizzosa, e il lento scorrere al microscopio. Languida. Indolente. Assente. Oppure rapita fino al punto da sembrare lugubre.

Marta Collica rinuncia alla regolarità e alle consuetudini, e sfalsa i contorni, finché la sua voce si affievolisce, potrebbe sparire da un momento all'altro, e anche se torna, è già cambiata, si è alterata, è manifestamente debole. Voce e strumenti giocano a chi fa più piano, al ribasso, fino ad assottigliarsi, fino a diventare pulviscolo. Fino all'estenuazione, fino all'inedia oppiacea.

"About Anything" è imprevedibile anche dopo centinaia di ascolti e non mi dà mai la soddisfazione di averlo colto. Come scie di colori che si formano lentamente nel cielo, è inafferrabile.

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La recensione About Anything di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-02-02 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • lomo 14 anni fa Rispondi

    é un disco meraviglioso