Renoir Renoir 2001 - Rock, Indie, Alternativo

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E’ lecito chiedere ad una band di appena un anno di vita maggiore spessore? A giudicare dalle esperienze che i Renoir si sono fatti (finalisti a ‘Rock Revolution’ e quindi gruppo spalla in una delle date di Vasco Rossi) è lecito, direi dovuto.

Bravi son bravi: il disco fila via senza particolari affanni, l’impatto sonoro c’è e non mancano i momenti alti, su tutti “Insonnia paranoica”. Tuttavia i 9 pezzi soffrono spesso di un’eccessiva lunghezza e di una povertà nei testi che non passano certo inosservate.

I Renoir sembrano aver assimilato le lezioni dei maestri (Marlene Kuntz e Afterhours) per quanto riguarda il piano prettamente sonoro e ci propongono un campionario di canzoni quantomeno eterogeneo; nonostante la dimensione di ballata rock (“I tuoi capelli”, “Il vaso di Pandora”) sembri essere la preferita, tra le tracce è possibile trovare un eco punk (“Chiodi spezzati”, che tanto ci ricorda la “Dea” di “Hai paura del buio?”) e alcune probabili hit, come “Dicembre” (che hit a dire il vero lo è stata: su Vitaminic), e la ruffiana, sin dal titolo, “Addio”. E’ proprio la ricerca della hit a tutti i costi a penalizzare la visione d’insieme di un disco che, più che un progetto a sé stante, sembra solo una raccolta di canzoni.

Oltre a risolvere i problemi citati, i Renoir dovrebbero cercare di staccarsi dal suono dei maestri di cui sopra, giusto quel tanto che basta per non essere additati come epigoni, e percorrere una via il più possibile personale - sarà un caso che il rock elettronico di “Insonnia paranoica” è il migliore del disco?

La stoffa c’è, adesso bisogna usarla.

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La recensione Renoir di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-11 00:00:00

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