QIT Fine delle guerre decennali 2001 - Progressive

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Premessa: ho la (buona?) abitudine di non visitare i siti dei gruppi. Stavolta l’ho fatto. Ho deciso però di lasciare la recensione invariata: non avrebbe influito granché, scoprire che il gruppo è attivo sin dagli anni ‘80, che il cd è davvero un concept album costato un anno fra composizione e registrazione, e che si tratta di quei Quarta Isola Del Tempo di cui ricordo d’aver sentito parlare da un vecchio (e disperso) amico fanatico di musica prog. Può sembrare irriguardoso, nei confronti di un gruppo di ultratrentenni con tanta storia alle spalle ma… non è la musica, quella che conta??

Il gruppo è composto, nel caso in specie, di quattro persone. Metti pure che il batterista dei Qit non ne voglia sapere di note e si occupi solo di picchiare, aggiungi un fonico (poveretto) con tanto di assistente (poveretto al cubo!), una corista, magari qualche buon amico in giro, insomma, ci si domanda e si chiede: possibile che in mezzo a tutte ‘ste persone nessuno abbia mai avuto lo stamaledetto coraggio di dire al cantante “Stai stonando”????

Caro Mauro Ortolani, deus-ex-machina nonché chitarrista dei milanesi Qit: l’appello giunge - finalmente sincero - dalle pagine di Rockit: stai stonando!! Stai stonando, la traccia di voce è da rifare!!

E quindi uno si mette di gran busso, coinvolge altre persone, spende dei soldi, sta in studio dall’1 al 9 aprile 2001, mixa e poi si stampa il tutto con tanto di bollo siae… e nessuno gli ha detto che forse per le sue canzoni farebbe meglio a cercare un cantante e concentrarsi sulla sei corde, che oltretutto padroneggia anche molto bene????

Ma ok, si ignori la voce (che è tutto dire…): quasi un’ora di musica, in bilico fra canzonette da gruppo fine anni ‘80 (nella scrittura e nei suoni) e tentativi pseudo-prog tipo Pink Floyd senza averne la classe e sbagliando epoca ma dimostrando una tecnica eccelsa.

Non è un demo, ché sennò bastavano quattro, cinque canzoni, e non la sporta (19!!) di questo “Fine delle guerre decennali” che sembrerebbe un concept-album (??). E poi pezzi cantautorali ed assoloni da fan dei , leccate sanremesi, tempi dispari e ballatone strumentali alla Joe Satriani, plagi assortiti (da “Funky gallo” ai Floyd, appunto), Zarrillo fatto d’acido accompagnato da Solieri, ruffianate commerciali degne di Radio Italia e LatteMiele vicine a toni epico-tamarri e hard-rock, per non dire dei testi.

Un minestrone imbarazzante. Atroci e pretenziosi.

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La recensione Fine delle guerre decennali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-28 00:00:00

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