Continua a grandi passi il lavoro della Homesleep, etichetta che in poco più di un anno di vita ha saputo centrare traguardi importanti, sia in termini di vendite che di visibilità, grazie all’alto livello qualitativo di ognuna delle singole uscite discografiche. E, come da tradizione, non poteva mancare con il 2002 la raccolta “Homesleephome”, dedicata stavolta alle cover e che al solito raccoglie nomi della scena indie sia italiana che internazionale. Per quanto riguarda la prima, compaiono esclusivamente le band dell’etichetta (in ordine di apparizione: Midwest, Mirabilia con Pete Bassman, Giardini di Mirò, coaudivati alla voce da Luca G dei Julie’s Haircut, e Yuppie Flu), sulle quali non v’è bisogno di ribadire che le loro riletture non hanno veramente nulla da invidiare ai colleghi stranieri. A cominciare dagli esordienti Midwest, da pochissimo alla corte della label bolognese, che già incantano con l’affresco acustico di “Pale day”, intestata in origine ai Motorpsycho; ma anche i ben più navigati Mirabilia sorprendono con “Walking with Jesus”, altrimenti edita dagli Spacemen 3, e qui reinterpretata splendidamente.
Non deludono neppure i reggiani Giardini di Mirò, alle prese con “Floor pile” di Shannon Wright, rivisitata secondo i propri canoni senza però porre l’accento sul prefisso ‘post’, bensì costruendo un quadretto melodico di raffinata bellezza. Che dire poi della “Plain song”, originariamente a firma The Cure e qui riletta dai marchigiani Yuppie Flu, esperti nel coniugare brillantemente la struttura sonora del pezzo con la loro personale cifra stilistica - presupposto che sta comunque alla base di ogni singola rivisitazione.
Il resto, come già evidenziato nelle battute iniziali, non è affatto un contorno musicale: la traccia d’apertura, ovvero quella “Oops… i did it again” di Britney Spears affidata all’estro dei Fuck, ne è infatti un’incredibile dimostrazione. Ma anche le improbabili riletture di “Pop life” di Prince (ad opera dei Life Without Buildings), di “Sharp dressed man” degli ZZ Top (a cura di Beardhead), di “Friends of mine” di Jonathan Richman (che vede impegnati gli Of Montreal) sono solo - per dirla con un eufemismo - alcuni tasselli di un puzzle che, ascolto dopo ascolto, vi sorprenderà per la mole di sfumature cromatiche che troverete al suo interno.
Alla Homesleep rinnoviamo i complimenti e ci aguriamo che in futuro continui nell’opera di costruzione di queste opere ‘a tema’, perché prodotti del genere testimoniano la vitalità e l’arguzia di una nuova leva di discografici che meritano molto di più di quanto finora abbiano già raccolto.
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La recensione Homesleephome 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-03-19 00:00:00
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