The Walrus Hanno ucciso un robot 2012 - Rock, Indie, Pop rock

Hanno ucciso un robot precedente precedente

Tra Baustelle, Subsonica e Delta V.

E' un disco ben suonato e ben confezionato, pur appoggiandosi a volte in maniera troppo comoda su schemi già sperimentati nell'ambito dell'elettropop, con ottime e felici intuizioni. È il caso della parte strumentale di “Macchina volante”, che dal min. 2.17 spazza via la prevedibilità precedente declinando forsennatamente il pop rock in interessanti variazioni. E ancora “Così diverso”, che fatica a decollare fino al ritornello, in cui chitarre energiche e una sezione ritmica che non perde un colpo spiccano il volo sostenendo il messaggio avverso a consumismo ed omologazione enunciato nel testo (“Così diverso dal centro commerciale / Così diverso che poi si sente uguale”).

La voce femminile che in “Specchio” si intreccia in un duetto fatto di riflessi e rimandi con quella del frontman è splendida. Peccato che il brano, come altri presenti nell'album, rimanga ancorato a sonorità e toni fin troppo simili a quelli dispensati da Subsonica e Delta V. “Sogno” è un pezzo spensierato, in cui tastiere di ampio respiro vagheggiano con una leggerezza che fa innamorare, come accade anche nella successiva “Signorina Delirio”, arricchita da un basso che strizza l'occhio alla new wave. I pezzi successivi (da “Ma Holliwood non imparerà mai” fino alla penultima traccia, “Il tipo giusto”) si crogiolano in influenze baustelliane depurate da quell'attitudine spesso forzatamente aristocratica. Eccezione lungo questo percorso lineare è “Lento erotico”, infusione di pop frizzante e fresco, libero da sovrastrutture. La conclusione è affidata a “Non puoi fare finta”, tumultuosa e danzereccia nonostante l'appiattimento voluto della linea vocale nella strofa che contrasta con le variazioni di un ritornello esplosivo.

“Hanno ucciso un robot” è in definitiva un album onesto che, pur non eccedendo per originalità compositiva, costituisce un ascolto piacevole e delicato, una buona base per proseguire la ricerca accurata da parte della band della propria peculiare personalità artistica che emerge solo in parte da questa seconda prova.  

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La recensione Hanno ucciso un robot di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-17 00:00:00

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