otiòp otiòp 2011 - Sperimentale, Rock, Jazz

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Come dei Naked City a cui viene detto di darsi una calmata. Gli Otiòp sono una band fusion, prendono il rhythm and blues con l'hammond in bella mostra, e lo spingono al massimo. Oppure il rock e lo stravolgono. Il metal applicato alla psichedelia. E tanti altri esempi simili. Forse ad un primo ascolto troverete pochi punti di contatto con la band di Zorn, dopo un po' capirete che la tensione di fondo è la stessa, la violenza pure, e gli effetti sonori disseminati tra le righe (prendete as esempio "Soixante-dix Hâtelettes"). Tanto metal nel senso più ampio del termine, tante frasi suonate con una precisione chirurgica. Non sono un fan delle lunghe suite (vedi le due "The dance of the ghosts" e la title track), e preferisco quando restano in un minutaggio raccolto, suonano più provocatorie, continuano a mantenere una forma rock tipo-calcio-nei-denti, la cosa più vicina a un'invasione sonora devastante ma con quella sensazione di controllo che sinceramente mi ha sempre fatto impazzire. Aggiungete che i nove brani li hanno registrati tutti in un'unica take con pochissimi ritocchi e sovraincisioni, in poche parole dei mostri. Complimenti.

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La recensione otiòp di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-04 00:00:00

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