Shandon Legacy (ep) 2002 - Ska, Rock, Alternativo

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La ska-core band in kilt più famosa d’Italia torna di nuovo, a ritmo serrato, con questo Ep a dir poco anomalo. Si parte con ‘Legacy’ e va beh, è il secondo singolo estratto e la conoscono già tutti (già detto in sede di recensione: ottima colonna sonora a una fiondata adeguatamente selvaggia). Poi le cose prendono un’altra piega. Cioè quanto di più improbabile ti aspetti: gli Shandon che si mettono a fare i Kyuss e su ‘La lunga strada’ incrociano Emidio Clementi in definitiva uscita dai Massimo Volume che si mette a fare Ferlinghetti Il risultato, anche se (forse) non convincerà del tutto la fascia kid-teen della ‘platea Shandon’, sarà quantomeno intrigante per chi di Olly&soci ha suppergiù la stessa età e ha macinato altrettanti kilometri e suoni (eresia: diciamo che Jovanotti è da quando è nato che vorrebbe fare qualcosa del genere). “Il momento culturalmente più elevato dell’intera produzione Shandon” a quanto dicono. Chissà. Di certo non è la classica canzoncina con ritmi in levare e trombette come se ne sentono a centinaia. Poi. Il tempo di ‘Inner sail’ appena un po’ riarrangiata e ti becchi la cover punkizzata di “…The one who went away” dei Motorpsycho, e pensi “beh, perché no?”. Chiude ‘Joke’, composta e incisa in solitaria da Andrea (il bassista), canzone triste un po’ sul serio e un po’ per scherzo. Questo insomma ‘Legacy Ep’. Mostra una band in ottima forma, certo non appagata e anzi pronta a prendersi qualche lusso/rischio. L’impressione è che a volte i kilt iniziano ad andare un po’ stretti e allora, mi si conceda la volgarità, si voglia provare a stare un po’ con le palle al vento, senza troppe menate, in tutta sincerità. Un premio all’onestà e alla fedeltà alla (propria) linea. Bene così.

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La recensione Legacy (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-06-12 00:00:00

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