Duke Montana Stay Gold 2012 - Rap

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Nulla più di quanto ci si potesse aspettare. Per i fan.

Ok, forse Duke Montana non è il rapper tecnicamente più dotato, ma sarebbe quanto meno ingiusto non rispettare o almeno riconoscere la coerenza di un cammino che prosegue ormai da un paio di decenni. E poi questa volta c'è il plus: Sick Luke, suo figlio, che cura i beat di “Stay Gold”. Ed è sicuramente uno dei giovani(ssimi) producer più promettenti del momento, fresco ma attento ai suoni e al culto del sampling e delle voci pitchate della Golden Age.

Al di là della tenerezza che può generare l'idea di un disco realizzato a quattro mani da padre e figlio, non bisogna dimenticare che stiamo parlando di rap crudo, più arrosto che fumo, con pochi (leggi anche “zero”) incastri metrici che ti lasciano a bocca aperta e tanta fame e voglia di fare. E chiaramente i ritornelli melodici che sono ormai un suo marchio di fabbrica. Le tematiche non si discostano molto dai precedenti capitoli nella discografia del rapper capitolangelino (nel senso che la vita di Duke si divide fondamentalmente fra il periodo di stanza a Los Angeles e quello di stanza a Roma): vita vera e spaccati urbani (“I Rischi della Notte”), il desiderio di aver le tasche un po' più piene e la mente un po' più vuota (“Penso alla Grande”), problemi a cascate (“Vivo e Lascio Vivere”), un po' di sana autocelebrazione (“King of the Underground”) e amore per la sua città (“La mia Città”, appunto). Non mancano gli ospiti, da Fabri Fibra che regala una strofa – a dire il vero anche abbastanza fiacca – in “Alphabet Killers” ai Club Dogo in “Carta Viola” (inutile: ormai se i Dogo non parlano di figa, parlano dei soldi che fanno, non se ne esce) ed Emis Killa ed Entics in “Non Sei Come Noi”. E ci sono anche i super guest internazionali: le leggende dell'hardcore rap newyorkese, gli Onyx, che buttano un paio di strofe ruvidissime sul beat di “Bloodsport”. Non manca ovviamente il dissing (“Two Faced”) a chi ha condiviso con lui vita e palchi per poi arrivare al punto di inevitabile rottura. E se non sai di che si sta parlando cerca su Google che trovi voci ufficiali, non ufficiali e aria fritta.

Per riassumere il tutto, “Stay Gold” non è nulla più di quanto ci si potesse aspettare da Duke Montana. Per i fan.

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La recensione Stay Gold di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-07 00:00:00

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