Denials Fém Bàlòn 2012 - Rock, Acustico

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Rock anni 90 ben suonato e dai tratti dreamy. Piacevole ma fuori tempo massimo.

Classico alternative rock anni novanta. La formula è la stessa per tutti i pezzi: la ballad. Sono sei tracce molto simili che si ripetono non abbandonando mai l’approccio grezzo e sempre affascinante di chitarra acustica e voce. Gli altri strumenti sono solo di contorno, aggiungono poco alla complessiva espressività musicale. La voce del cantante ricorda quella di Daniel Johns dei Silverchair. Il rock acustico dei Fèm Bàlòn vive nel passato, come un bel ricordo che riesce a farti viaggiare nel tempo. Le influenze sono varie, comunque tutte circoscrivibili agli anni novanta, dai REM agli Incubus cercando di arrivare a Seattle, quindi ai Nirvana.

Unico tocco di contemporaneità è il synth, che è presente in punta di piedi qua e la nel disco, ma che diventa fondamentale “In a Dream” per creare quel’effetto onirico che accompagna tutto Fèm Bàlòn. Sei tracce da ascoltare come fossero una, un viaggio sognante attorno alle stelle, dove la gravità sembra essere annullata, una finta fase REM creata ad arte che porta l’ascoltatore a sognare, o almeno a non addormentarsi. La struttura musicale e dei testi è molto semplice, la conosciamo benissimo, nei ritmi, nelle pennate, nel cantato. “Stars”, il brano di apertura, è la sintesi di tutto ciò.  

I pregi e i difetti di Fèm Bàlòn sono i due lati della stessa medaglia. Il difetto dell’omologazione artistica e dell’anacronismo musicale diventa fondamentale per creare l’alone sognante che fa di questo lavoro dei Denials un punto non ben definito nello spaziotempo dell’alternative/indie/rock. La loro musica è un fantasma che fa piacere incontrare, ma che prima o poi dovrà accettare la morte per poter trovare la pace. 

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La recensione Fém Bàlòn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-15 00:00:00

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