Valeriano Gaibazzi In The End Of The Night 2012 - Easy-listening, Pop rock, Ambient

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Un disco in perfetto equilibrio tra musica e parole, intimo, piacevole e da condividere.

Ogni uomo è straordinario e quando un uomo canta l’uomo è magia. Nella poesia più significativa è sufficiente così. Nella musica non basta: la liricità di un testo non può prescindere dalla melodia. Pertanto un’opera musicale risulta totalmente valida quando i due aspetti si compenetrano, riconoscendo dapprima separata dignità ad entrambi. L’album di Valeriano Gaibazzi, "In the end of the night", è un disco completo in ogni sua parte. Scritto e cantato in inglese, segue il giusto connubio tra riferimenti ambient, easylistening, soft pop. A volte con qualche puntatina elettrica di troppo.

Dieci tracce essenziali e pure, sbronze di timbri, ritmi e possibilità, al completo servizio di suoni onirici ed evocativi che chiudono il cerchio nel migliore dei modi. E ci trovi dentro Carol King, James Taylor, Santana, Van Morrison, Neil Young. "Stand by me" è una romantica prova pop rock in cui la fuga di una passione ancora viva, disarma e fiacca l’anima, mentre la chitarra zigzagante giostra il pezzo in lisergica poesia; "Tonight" passa in secondo piano rispetto alla successiva "Sogno di una notte di mezza estate" che, dal precedente lavoro "Senza parole", viene riproposta nel nuovo, alimentando battistiane reminiscenze; "Halleluja" di Leonard Cohen rimane impiastricciata dentro passaggi di chitarra poco convincenti ed è sicuramente "Like a dagger in my heart" il pezzo più interessante di tutto il lavoro: lo strumento ad arco cinese costruisce un arrangiamento in perfetto stile morricone e ambient. Poco sostanziale il country rock di "In the end of the night" e quello pop di "Tell me why", per finire con le ultime tre tracce dell’album: l’ambient in stile buddha bar di "A shadow in the night, Nothing left" e la splendida "Summertime" dove il dinamismo della chitarra fa capolino a Santana, tingendo di calore un tiepido sogno.

Per concludere, senza lasciare di stucco ma senza deludere nemmeno per un momento l’ascoltatore, "In the end of the night" è davvero un buon disco: intimo, piacevole e da condividere. Quando la parola incontra la musica ed è armonia.

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La recensione In The End Of The Night di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-24 00:00:00

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