BuddhaFest DEMO "RIcreazioni" 2012 - Funk, Folk

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Busker band ai tempi di X factor, prova uno

Ho sempre pensato che la cover band, insieme al calcetto settimanale, rappresentino l’ultima spiaggia, una volta arrivati alla soglia dei trent’anni. Entrambi infatti sono a mio avviso un segnale di ritirata, una soluzione più facile per continuare a portare avanti le proprie passioni, ma con un livello di intensità e di mettersi in gioco inferiore. Attenzione, non disdegno la cover di per sé, ma l’idea di fondare il senso della propria esperienza musicale su pezzi altrui. La storia, almeno fino ad oggi, sembra darmi torto. Competizioni come X factor ed in parte Amici hanno basato l’agone proprio sulle cover, puntando sulla canzone propria (nel senso di prima interpretazione o propria scrittura) come culmine di un percorso: “il pubblico da casa ha decretato che sei abbastanza maturo per un tuo pezzo”. Sic.

I BuddhaFest s presentano come un duo (ora trio) di busker che svolgono le proprie performance a Cagliari, tra via Manno e via Roma. Si presentano con un primo demotape di quattro-pezzi di cui andiamo al track-by-track. Si parte con una spagnoleggiante versione di "Muscoli e Dei" dei Marta sui tubi che purtroppo ha come limite il non riuscir a trasmettere il labile confine tra teatralità, pathos ed interpretazione di Giovanni Gulino, cogliendone solo la prima e portando il risultato ad una goffa imitazione, mancando invece i diversi registri interpretativi utilizzati nel trasmettere lo scoramento dell’artista davanti alla reazione del pubblico. Segue una versione di "So che sai che un giorno", piccola perla del nuovo album dei Sick Tamburo. L’arrangiamento proposto sembra venir direttamente dai provini di "Regina di Cuori" dei Litfiba, in una versione monocorde con voce sforzata in cui l’apertura del ritornello viene lasciata unicamente ad una chitarra in flanger. Nella versione originale la tensione del pezzo si esplicitava proprio nel gioco di contrappesi tra l’amarezza del presente di una strofa e la tensione positiva verso il futuro, intento che in questa rivisitazione si perde totalmente. Un po’ meglio la cover di "Memorie di un povero naso" di Murubutu, anche se la tendenza alla voce contraffatta per renderla più profonda rovina un po’ il tentativo, comunque modesto. Ultimo pezzo, ultima carta di questo poker, una cover di Mannarino, "Marylou", eseguita à la Pan del diavolo. L’idea potrebbe magari anche esser buona per fare i cantastorie ma una volta perso lo swing dell’originale e tornate le voci caricaturali, il senso giocoso della canzone si perde, drammaticamente.

Sinceramente penso che in un momento difficile come questo per la musica in Italia, in cui l’arena è piccola e si sgomita anche per suonare cover, sinceramente questo non sia il prodotto più ideale per presentarsi, soprattutto quando si cerca di stravolgere il senso dei pezzi. Preferisco considerare quello presentato come un primo esperimento di registrazione casalinga, magari presentato troppo in fretta, da cui cogliere comunque alcuni spunti su cui lavorare, magari su pezzi propri: metter insieme più tracce strumentali, una voce maschile intonata quando non cerca di strafare, una voce femminile da usare, una manualità da affinare sia con la chitarra che con la registrazione. Ragazzi, rimboccatevi le maniche e buon lavoro.

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La recensione DEMO "RIcreazioni" di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-14 00:00:00

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