Yuri Beretta L' esercizio della gentilezza 2012 - Cantautoriale, Alternativo

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Esercitare la gentilezza in musica è virtù di pochi e Yuri Beretta ci riesce davvero. Buon disco.

Esercitare la gentilezza in musica è attitudine di pochi, coglierne le sfumature all’interno di un mondo caotico e crudo è virtù di pochi, realizzare un disco in sinergia di intenti concertando espressività artistiche diverse è talento di pochissimi. Allora che dire del sodalizio tra la dote cantautorale di Yuri Beretta e l’estro compositivo di Lele Battista? La nascita di una produzione fatta in casa così interessante da colmarti di grazia e gentilezza sin dal primo ascolto. La medesima sensazione avuta ascoltando altre collaborazioni di Battista con musicisti come Davide Ferrario e Glauco Giardini. Ma non divaghiamo.

"L’esercizio della gentilezza" segue la struttura di un testo narrativo. Dall’esordio dimesso e timido delle prime tracce, avanza lo sviluppo che raggiunge il suo momento di tensione nel pezzo centrale del disco ("La doppia metà"), per poi distendersi placido verso l’epilogo con finale a scelta sulla base dell’interpretazione personale del contenuto. Ma è anche una narrazione nella narrazione perché ogni brano è una storia a sé e funziona perfettamente da solo. In "Non scegliere" una voce calda e sospesa su una chitarra delicata soffia parole nel cuore; "Adesso" è tutto quello che c’è per vivere il presente; "Da quando ci sei tu" segue un motivetto allegro di rinnovata gioia d’amare, sottolineata da cori languidi e graziosi che percorrono interamente il ritornello. E così via fino a "La doppia metà": canzone gioiello tra tutte, composizione in perfetto equilibrio di musica e parole, intelligente punto. Quasi un omaggio al Branduardi e al De Andrè più scanzonato, solare, gioioso ma sempre profondo. "I bambini mascherati" siamo noi e la nostra autenticità più pura da difendere come i sogni dei bambini. Una dolce lirica piena di testo. "Buddha" e "Cumm’aggia dì" sono i pezzi più divertenti del lavoro, soprattutto quest’ultimo in cui si sentono chiari i riferimenti degli Almamegretta e di Pino Daniele degli esordi. 

La parte finale del disco scivola leggera e intimista, lasciando impatto e forza alla prima sezione del lavoro, maggiormente coinvolgente. Buon album, senza dubbio, con una prima parte ben strutturata e sentita. La gentilezza risulta meglio praticata all’inizio e si sente bene il suono della sua delicata sensibilità. Il finale non è né epico né particolarmente intenso ma potrebbe riservarsi un epilogo aperto dove tutto ci si attende e nulla è dichiarato. Così un buon esercizio di gentilezza potrebbe rinnovarsi domani e di questi tempi è già un grosso miracolo.

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La recensione L' esercizio della gentilezza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-19 00:00:00

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