Un concept di ambient rumorista sul suicidio e sull'assenza di felicità.
E' un album molto sofferto; esprime, come da titolo, il mio pensiero ormai costante, di una morte imminente. Seppur io sia contrario all'idea del suicidio come una soluzione ai problemi che ci affliggono, come scritto nelle note dell'album, dopo la perdita di molte persone a me care, in una manciata di anni, e dopo vari problemi personali che non riesco a risolvere, ed anzi si aggravano, questa idea è come un tarlo che continua a farsi strada tra i miei pensieri. L'album è una sorta di esorcismo emozionale, prende due cause, tra le tante, e 6 metodi e li analizza, li scompone, cerca di sentirne le sensazioni, le percezioni distorte che questi possono dare, sia nel pensiero stesso dell'atto che nella materializzazione di esso.
Ho deciso di pubblicare il comunicato stampa allegato a questo album perché altrimenti avrei potuto soccombere sotto le macerie di 53 minuti di muro rumorista. E' analiticamente necessario processare questa registrazione insieme alle emozioni di Michele Grassani, il suo autore. In questa ottica, il suono diventa terapia e sfogo. Per l'ascoltatore però é pura esperienza di tormento. Accellera i battiti ("Cut"), fa impazzire la mente ("Pills"), rallenta il respiro ("Rope"), crea un'ansia fuori dal comune ("Gun") e non é un caso che alla fine arrivi il fuoco a purificare un ascolto nel quale l'assenza di felicità gioca un ruolo fondamentale. La realizzazione di questo sofferto concept è ineccepibile e Michele lavora il rumore bianco, lo rende ciclico, mantrico, aggiunge voci che sembrano provenire da un inferno non estetico, ma tangibile, reale, soffocante. Ça va sans dire, solo per gli amanti del genere. Come recita il titolo della prima traccia: Happiness live outside here.
---
La recensione Thinking About Dying di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-20 00:00:00
COMMENTI