Norticanta Tra l'incudine e l'aurora boreale 2013 - Indie, Alternativo, Post-Rock

Tra l'incudine e l'aurora boreale precedente precedente

Al netto di qualche momento poco convincente, è il lavoro di una band che ha coraggio e personalità

C’è l’impeto dei giorni migliori del vecchio nuovo rock italiano nel disco dei Norticanta, “Tra l’incudine e l’aurora boreale”. Un suono aspro e segaligno che rimanda tanto allo sdegno noise dei primi, inarrestabili Marlene Kuntz (“La presa di coscienza”) quanto al più dolce rimpallo vocale degli indimenticabili Scisma (“Criogenesi”). E c’è del buono nella proposta di questa band così lontana dal gusto corrente, complice anche un uso barocco della lingua italiana, ben distante dal minimalismo verbale di moda negli ultimi anni.

A volte non tutto funziona come dovrebbe. “Senza capire”, per esempio, è una canzone perennemente indecisa sul da farsi: un po’ ballad melodrammatica alla Baustelle, un po’ rock dal vago sapore math ma senza un David Pajo a tenere in piedi un’impalcatura piuttosto fragile. In “Einbinden”, invece, la band soffre un’interpretazione vocale acerba che mal si amalgama con le dissonanze chitarristiche di stampo sonico. Molto meglio “Aracne”, brutale esibizione di forza e poesia, e la conclusiva “Fiele”, nella quale la dicotomia pianissimo/fortissimo viene gestita con maggiore impatto e maturità.

Ai Norticanta, è chiaro, non piacciono le scorciatoie. “Tra l’incudine e l’aurora boreale” è un disco difficile e sfuggente, in cui il confine tra visionarietà e velleitarismo spesso è sottile. Eppure, al netto di qualche passaggio a vuoto, è il lavoro di una band che ha coraggio e personalità. Con un suono più valvolare e aggressivo il gruppo potrebbe creare il proprio capolavoro.

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La recensione Tra l'incudine e l'aurora boreale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-21 00:00:00

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